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Stoltenberg insiste: “Inviare più armi a Kiev. La pacificazione con Putin non funzionerà”. E sulla Cina: “Alimenta la guerra in Europa”

I Paesi della Nato a fornire un sostegno maggiore all’Ucraina nella guerra contro la Russia. Il segretario dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, invita chi ne fa parte a intensificare l’invio di armi e munizioni a Kiev: “Compresi sistemi antiaerei e armi a lungo raggio”, ha detto al quotidiano Welt. Il numero uno della Nato, in scadenza di mandato, appena un giorno fa aveva chiesto ai Paesi alleati di togliere il vincolo posto a Volodymyr Zelensky, in primis dagli Usa, di non utilizzare le armi fornite dall’Occidente per colpire il territorio russo. Più missili, quindi, e via libera ad azioni offensive strategiche verso Mosca. Una visione raccolta in maniera cauta, se non proprio gelida, da ampi pezzi del governo italiano, compresi i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto, rispettivamente a capo di Esteri e Difesa.

Stoltenberg si ferma almeno su un altro punto controverso che ha fatto fibrillare i governi europei nelle ultime settimane: la possibilità di impiegare gli eserciti boots on the ground. “Non ci sono piani per inviare truppe della Nato in Ucraina, ha sottolineato. “Dobbiamo garantire che la nostra deterrenza e la nostra difesa dispongano di risorse adeguate – ha detto – La Nato si prepara a svolgere un ruolo molto più importante nel coordinare l’assistenza alla sicurezza e l’addestramento per l’Ucraina”. E ciò richiede “impegni finanziari a lungo termine per porre il nostro sostegno su basi più solide e chiaramente prevedibili”.

Allo stesso tempo, ha proseguito, gli alleati devono avere piani per ricostituire le loro forniture militari e aumentare la produzione di armi e munizioni: “Se Putin impone la sua volontà in Ucraina, non ci sarà sicurezza duratura in Europa e nel mondo. Dobbiamo scoraggiare la Russia da ulteriori aggressioni. Una politica di pacificazione nei confronti di Putin non funzionerà”, ha insistito allontanando la prospettiva di un tentativo di negoziato con la Russia che teoricamente sarebbe l’obiettivo del vertice di pace previsto in Svizzera il 15 e 16 giugno al quale Zelensky vorrebbe anche i presidenti di Usa e Cina, Joe Biden e Xi Jinping.

Anzi Stoltenberg mette proprio Pechino nel mirino, accusando il Dragone di voler mantenere buoni rapporti con l’Occidente ma allo stesso tempo di alimentare la guerra in Europa: “Non si possono avere entrambe le cose”, ha detto il segretario generale della Nato. “C’è un chiaro aumento delle vendite di parti di macchinari, microelettronica e altre tecnologie che Mosca utilizza per produrre missili, carri armati e aerei da utilizzare contro l’Ucraina”, ha aggiunto Stoltenberg. L’insistenza del numero uno della Nato è stata raffreddata anche dal presidente del Ppe Manfred Weber: “L’Ue e la Nato hanno risposto in maniera forte ed efficace dal 24 febbraio 2022 grazie all’essere uniti. La solidarietà è un elemento fondamentale della Nato. Quando il Segretario generale della Nato parla, offre un orientamento. Non dobbiamo rinunciare al nostro forte sostegno per l’Ucraina. Ecco perché abbiamo bisogno di un approccio unitario nella Nato e nell’Ue”, ha detto intervistato dal Messaggero.

Una stroncatura è arrivata anche da parte di Cecilia Strada, capolista del Pd nel Nord Ovest per le Europee: “A me sembra una follia, non so come possa venire in mente una cosa simile”, ha detto in un’intervista a La Stampa. “In un momento in cui continuiamo a contare i morti civili bisognerebbe concentrare ogni sforzo per raggiungere una pace giusta per l’Ucraina – prosegue – . Dare la possibilità a Kiev di colpire in territorio russo è invece la via più rapida per l’escalation. È una follia contraria agli interessi della pace. Il miglior momento per porre fine alla guerra è adesso”.

L’ex presidente di Emergency ha quindi ricordato come se “fosse stato sufficiente l’invio di munizioni e armamenti, a quest’ora staremmo festeggiando la pace in Ucraina e sarebbe bellissimo” ma “al momento non sembra possibile sconfiggere militarmente la Russia” e ha rimarcato come l’Europa dovrebbe parlare con una voce unica su questi temi. “Si parla di esercito europeo, ma sarebbe solo una parte della Difesa: quella vera inizia con la diplomazia – aggiunge – Il Pd chiede inoltre l’istituzione di corpi civili di pace, che in Europa non ci sono mai stati. E poi bisogna tornare a parlare di disarmo nucleare”.