Non solo i pomodorini che hanno intossicato 132 bambini e sette docenti di due diversi istituti scolastici del Modenese. Ora anche le fragole con la muffa. A mandarle in una scuola del Cremasco è stato ancora una volta il ministero dell’Agricoltura nell’ambito del progetto alimentare “Frutta e Verdura a scuola”. Nei giorni scorsi in una scuola primaria le collaboratrici scolastiche che si occupano di ricevere le cassette consegnate dal fornitore lombardo del programma destinato agli alunni tra i 6 e gli 11 anni si sono accorte che numerose confezioni del lotto erano “marce e puzzolenti”.

Secondo quanto è stato possibile ricostruire le operatrici hanno dovuto gettare tutte le confezioni di fragole perché la muffa aveva contaminato più della metà di quelle che sembravano non ancora avariate: darle da mangiare ai bambini sarebbe stato comunque rischioso. Era la prima volta che nella scuola arrivavano fragole che però per loro natura – se non conservate accuratamente – sono molto esposte a una rapida “maturazione”.

Il programma, come spiega il sito del ministero, prevede che vengano distribuite “frutta e verdura fresche alle scuole secondo un calendario che tiene conto dei fattori della stagionalità e della varietà della fornitura, perché i bambini possano provare nuovi colori e sapori e, più in generale, in un’ottica di educazione alimentare alla sostenibilità”. Sulla piattaforma dedicata al progetto ci dovrebbe essere anche il calendario della distribuzione ma cliccando sul link la pagina dice: “In costruzione. Ci scusiamo per il disagio”.

Il caso del Cremasco – che non esclude possa essersi verificato anche in altre scuole della Lombardia visto che la regione ha un solo distributore – mette in luce un problema: quello della gestione e del controllo sulla frutta e la verdura che finiscono nelle scuole. Stiamo parlando – secondo i dati 2023 forniti dal ministero – di circa 3.500 tonnellate di prodotti ortofrutticoli, per un valore di circa 7,9 milioni di euro. La distribuzione si è quasi esclusivamente concentrata sulla frutta, con l’eccezione di due lotti in cui la quota di verdure ha raggiunto circa un quarto del valore.

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