La casa, intesa come edificio abitativo, non ha pace, per le mire dei nostri politici, qualunque colore essi appartengano. Tantissimi provvedimenti legislativi per tentare di regolamentare la costruzione o ristrutturazione ma si sa, il vizietto del fai da te è connaturato in molti nostri compatrioti e poiché ci sono in Italia più proprietari di casa che formiche, diventano una preda per voti facili, facili.

Non solo la lunga lista dei condoni edilizi ma anche quella dei “furbi” bonus, i cui benefici venivano, e sono ahimè ancora accollati come spesa in deficit dello Stato italiano, anche a chi non possiede neanche la cuccia di un cane. E così falsi cappotti di puro cachemire, perché così sono costati a tutti noi, con cantieri infiniti lasciati a metà con strade interrotte alla circolazione automobilistica e pedonale per anni. Per non parlare del “bonus facciate “di cui ho già scritto.

C’è un fatto che accomuna chi si giova dei bonus e dei condoni, quasi sempre il nessun rispetto per la storia e l’interesse comune. Si sa che il 54% del patrimonio edilizio abitativo privato è “vecchio”, si trova nei centri storici e costituisce un tessuto fitto di riconoscibilità territoriale, anche se molto alterato da manomissioni, e perlappunto, abusi. Anche se non equiparabili all’architettura aulica, che si studia nei libri di Storia dell’Arte, il loro insieme fa l’unicità del nostro Paese che dovrebbe incentivare la rimozione di superfetazioni anziché sanare.

Tipologie costruttive, stilemi anche di edifici minori, non devono essere alterati in virtù di false pretestuose necessità abitative, come oscene verande ed interventi fai da te che minano sovente la stabilità dell’edificio. Sanare la costruzione di un soppalco o la demolizione di un tramezzo, in un edificio in muratura, può compromettere la stabilità dello stesso così come un nuovo servizio igienico. Negli edifici a struttura portante muraria, la rimozione dei tramezzi può comportare danni nella parte estradossale del solaio soprastante, altro che consentirla e confermarla.

Tenuto conto che la sanatoria costa al trasgressore da mille a trentamila euro non vedo perché non ci si è avvalsi prima di un serio tecnico. Altro fatto che accomuna interventi su bonus e abusi edilizi è la disinvoltura di molti progettisti e costruttori, quasi sempre incuranti delle conseguenze dei loro atti, della sicurezza, della storia e della bellezza.

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