Il suo nome sembra dire poco ma è l’uomo del momento: Alessandro Araimo. Stiamo parlando dell’amministratore delegato per il Sud Europa del gruppo Warner Bros. Discovery, l’artefice del passaggio di Fabio Fazio dalla Rai al Nove, preceduto da Maurizio Crozza e seguito da Amadeus con cui ha siglato un accordo quadriennale. “Siamo un gruppo ampio: produciamo film, abbiamo una piattaforma Max, la nostra Netflix, che è l’area in cui stiamo investendo di più e nel 2026 arriverà in Italia, vendiamo contenuti e abbiamo il grande mondo della televisione lineare. Io vedo tutto questo un unicum”, le parole del manager al Festival della Tv di Dogliani dove spiega che l’obiettivo non è quello di costruire il terzo polo televisivo.
Si prevedono progetti ambiziosi e importanti, con una campagna acquisti che non sembra essere finita. Grazie all’effetto Fazio, il conduttore savonese ha ottenuto ascolti record, superiori ad ogni aspettativa, con “Che tempo che fa“: “Numericamente sono le stesse teste ma il 40% del pubblico è cambiato, è più giovane e con un livello di istruzione più alto. Fabio l’avevo cercato già nel 2018″, ha aggiunto Araimo. “Amadeus è un investimento importante ma dovete considerare quanto lavora”, il riferimento è al discusso titolo de La Stampa che aveva parlato di un progetto da 100 milioni di euro per quattro anni, cifra non riferita al cachet del conduttore ma al costo totale dei programmi. “Da noi farà due prime time per 16 serate. Viene con una voglia di innovare importante, una voglia di fare incredibile nonostante il successo che ha avuto. Sono rimasto colpito dal suo entusiasmo. Stiamo valutando le opzioni per access prime time e prime time”, continua Araimo che con un “vedremo” non ufficializza ancora il passaggio de “I Soliti Ignoti” sul Nove.
“Amadeus ha in testa tante idee, sicuramente qualche cosa che ha a che fare con la musica, dobbiamo ragionare cosa fare ma è senz’altro un’area in cui lui ha una vocazione naturale”, ha aggiunto chiudendo poi le porte a X Factor “la sua attitudine è più verso cose nuove”. Nel futuro di Discovery non c’è il Festival di Sanremo, la convenzione della Rai con il comune di Sanremo è in scadenza nel 2025: “Sulla carta penso che il Festival sia contendibile, ma francamente non è una tipologia di contenuto che a noi interessa, sicuramente non nel breve. Al di là di quello che può essere l’accordo con il Comune e quant’altro, la questione è l’intera macchina che sta dietro la produzione del festival. Un discorso è prendo il festival faccio un investimento importante ma mi fa il 50% di share e ci rientro alla grande. Se mi fa il 30% di share, che comunque è difficilissimo da fare, già non ci rientro più“.
Dovrà attendere anche l’informazione, dopo i rumors dei mesi scorsi su Enrico Mentana e Giovanni Floris: “Il gruppo ha in pancia anche Cnn, qualsiasi riflessione sarà fatta in seno a Cnn. Non mi sento di escluderlo in futuro, ma escluderei che sia un progetto immediato o che parta autonomamente nel Nove”, spiega il managing director Warner Bros. Discovery Italy & Iberia.
Araimo pur non nascondendo la sua stima non inserisce Rosario Fiorello tra i prossimi obiettivi: “Premesso che non l’ho mai incontrato, il suo problema o la sua bellezza è che è un personaggio che richiede un progetto in testa chiarissimo da discutere. È un talent eccezionale, ma difficile da inserire nel nostro palinsesto. È davvero bravo, ha idee forti su quello che vuole fare. Noi facciamo investimenti importanti – afferma Araimo – ma devo avere chiarezza del ritorno dell’investimento. Il suo programma mattutino che fa sulla Rai è fantastico, ma sul Nove non sarebbe sostenibile perché in quella fascia oraria nessuno investe. Anche fare, se mai volesse, quattro prime serate richiede investimenti importanti che non danno continuità“.