Festeggiamo il ritorno della premier Giorgia Meloni a Caivano che martedì inaugurerà la nuova piscina comunale messa a disposizione dei 37mila abitanti di Caivano e del Parco Verde. Il 21 maggio scorso Istat ha pubblicato i dati nazionali, aggiornati al 2021 e comprensivi di tutto il periodo di epidemia da Covid 2019, di mortalità evitabile (e non evitata per tutta una serie di motivi) non solo da inquinamento ambientale. Questi dati sono stati anticipati solo ed unicamente su questo blog in occasione della diatriba fuori luogo sulla frangia di Padre Maurizio Patriciello. Non abbiamo mai avuto dal Dopoguerra ad oggi dati così negativi in Provincia di Napoli e Caserta. Mai avevamo avuto una così trasparente, chiara ed esaustiva comunicazione da Enti statali come Istat e Società Italiana di Epidemiologia.

La Figura 4.14 (tratta dal report Istat) mostra quanto sia il Comune che la Città metropolitana di Napoli (Caivano e Acerra comprese quindi) accusino la peggiore situazione di mortalità evitabile al 2021, ed in peggioramento. Non è un dato che si spiega per una sola causa o che si crei in pochi anni. Non è un dato sul quale chi ha una competenza in sanità e/o responsabilità di governo (locale, regionale e nazionale) si dovrebbe permettere di tacere non avviando immediati, trasparenti e pubblici dibattiti su come è successo e come rimediare.

Confrontando tutti i principali capoluoghi metropolitani nel il periodo di pandemia da Covid 19, la Figura 4,16 illustra la mortalità complessiva della popolazione residente, da 0 a 74 anni, per tumore, malattie cardiovascolari, Covid 19 e altro. Le medie triennali 2017-2019 e 2020 per la Provincia di Napoli sono le peggiori, sebbene sia stata Milano, e non Napoli, nel 2020 ad essere falcidiata dal Covid 19 (come la tabella pure mostra).

Nonostante dati cosi tragici, tutti i principali media di Napoli hanno dato risalto solo alla interessante ricerca del Pascale sul riscontro di casi di remissione (non guarigione) dal cancro durante e dopo infezione da Covid 19 e vaccinazioni. Gli ottimi ricercatori del Pascale chiedevano dati epidemiologici a supporto e conforto delle loro osservazioni. Questa tabella, da sola, non mi pare confermare questo dato e tantomeno rassicurare i napoletani di potere vivere qualche mese in più ma solo se suscettibili di chemioterapie ad altissimo costo. Le stesse prospettive di farmaci “mimetici” suggerite dalla ricerca, di certo tra non meno di 5 anni, ove mai diventassero disponibili, non ce le darebbero di certo gratis ma solo a costi altissimi ed insostenibili per il Servizio sanitario.

La Figura 1.1. è per me la più dolorosa dal momento che illustra benissimo quanto il dato di eccezionale gravità della Provincia di Napoli non si basi su una differente o inferiore capacità di trattamento dei casi registrati e trattabili rispetto a tutto il resto della Nazione ma all’eccezionale incremento di patologie prevenibili e non prevenute nel nostro territorio. Siamo nel triennio 2017–2019: pur a fronte di un eccezionale impegno diagnostico terapeutico sul territorio e da parte dell’unico IRCCS oncologico (Pascale) di cui dispone Napoli e la Regione Campania, il boom non frenato di casi incidenti da mancata prevenzione ambientale sul territorio, rende questo impegno di cura pari a quello dell’equipaggio del Titanic che scopre di non avere abbastanza scialuppe di salvataggio per tutti i passeggeri imbarcati.

Last but not least, il dato numerico secco e freddo del Prospetto 7 illustra la gravità della situazione a Napoli e Provincia rispetto a tutto il resto di Italia. Registriamo a Napoli una mortalità evitabile pressocché doppia rispetto a Milano (29,3 vs 17.0/10mila!!!!), la peggiore nazionale. Un dato così tragico non si spiega solo per inquinamento ambientale, non si spiega solo per carenze organizzativo strutturali del SSN, non si spiega solo per cattivi stili di vita individuali e/o collettivi, ma si spiega con la somma sinergica di tutte le surriportate cause e non da pochi anni, ma certamente includono, in peggioramento, anche gli ultimi dieci anni, quelli nei quali la propaganda di regime ha cercato di convincerci che Terra dei Fuochi era una fake news e le nostre pummarole stavano tutte bene.

Come posso stare io leggendo questi dati? Non abbiamo mai avuto dati sanitari così pessimi dal secondo Dopoguerra. Sono tutti in peggioramento e non in miglioramento. E soprattutto, nessuno ne parla, soprattutto tra i medici e i responsabili di governo locali regionali e nazionali, tutti impegnati in campagne elettorali varie, e/o a recuperare soldi per gestire bonifiche che non si sono mai fatte in Campania e che dubito molto si potranno mai fare per cercare almeno di bloccare questa deriva stragista.

Il 28 maggio la martirizzata comunità di Caivano sarà felice di festeggiare la riapertura del nuovo complesso sportivo comunale alla presenza della premier. Ad Acerra, la città ufficialmente record nazionale di incidenza di cancro nel 2018, i 60mila residenti sono già tutti felici perché la Regione ha assicurato la non apertura della quarta linea dell’inceneritore che è il meno responsabile di questi dati record mentre i principali responsabili si avviano in questi giorni a rimettersi in tasca ben 220 milioni di euro frutto di tanta strage. Perché soltanto io non riesco a festeggiare?

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