Out. L’urlo si propaga in tutto il Philippe Chatrier, generando un mormorio generale di stupore. È doppio fallo. La palla di Djokovic atterra oltre la linea del servizio di almeno 50 centimetri. Nadal, pronto a rispondere con il dritto, invece cade in ginocchio, guarda il suo angolo, alza le braccia al cielo. Parigi è ancora sua e questa volta in maniera definitiva: 6-4 6-3 2-6 7-5. È il settimo trionfo, nessuno ha mai vinto così tanto. Nemmeno Bjorn Borg.

Per certi aspetti, non poteva chiudersi in una maniera differente la finale del 2012. Una partita diventata una battaglia di nervi, iniziata la domenica e terminata il lunedì, con due interruzioni per pioggia nel mezzo. Situazioni che alla fine sono venute in soccorso dello spagnolo, arrivate proprio quando Nole stava per prendersi l’inerzia della sfida dopo aver ceduto malamente i primi due set. Per lo spagnolo è una vittoria diversa dalle altre. Non tanto per i numeri, quanto per il morale. Parigi è il luogo che interrompe la serie negativa di tre sconfitte consecutive con Djokovic nelle finali Slam.

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