Il gruppo franco italiano Stellantis produrrà la 500 ibrida a Mirafiori a partire dal 2026. Lo ha annunciato l’amministratore delegato Carlos Tavares nel corso dell’atteso incontro con i sindacati. In tempi brevi, ha aggiunto il manager, arriverà la Jeep Compass a Melfi. Due comunicazioni che aggiungono poco o nulla a quanto già trapelato. Un passo avanti ma non abbastanza per i rappresentanti dei lavoratori che da tempo denunciano un progressivo disimpegno dall’Italia del gruppo sorto dalla fusione tra Fca e Psa.

“L’ambizione condivisa con il governo italiano di raggiungere un milione di veicoli prodotti in Italia entro il 2030 avrà bisogno di un ambiente imprenditoriale favorevole, attualmente condizionato dalle incertezze dell’elettrificazione e dalla forte concorrenza con i nuovi operatori del mercato”, ha spiegato Tavares. Due giorni prima dell’incontro odierno, il governo ha pubblicato il decreto che introduce i nuovi ecoincentivi per l’auto, con una formulazione che favorisce maggiormente la produzione in Italia della 500e.

Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, parla di un incontri con “aspetti positivi ma anche tanti altri ancora da risolvere”. Sugli aspetti produttivi e industriali, aggiunge Lodi, “rimaniamo in una situazione di incertezza. Positivo l’annuncio sulla 500 ibrida ma ricordiamoci che sarà a partire dal 2026, quindi tra due anni, in una situazione che a Mirafiori è molto complicata. Per gli altri stabilimenti permane una condizione di indeterminatezza. Per quanto riguarda garanzie occupazionali, ricerca e sviluppo e sull’obiettivo di un milioni di veicoli, ancora non abbiamo risposte”. Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese parla di un passo avanti importante ma, avverte, davanti a noi abbiamo “una traversata del deserto”.

“Il piano che ci è stato esposto da Tavares, risponde ad alcune importanti richieste che avevamo avanzato, poiché arricchisce il novero dei modelli assegnati alla Italia ad iniziare dalla Fiat 500 ibrida a Mirafiori nel 2026, ma prevede tempi di realizzazione lunghi e quindi implica la condivisione di un percorso ancora difficile con notevoli sacrifici per i lavoratori. Ci sono inoltre questioni ancora irrisolte, come il rilancio del marchio Maserati e dello stabilimento di Modena”, affermano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto.

A chiedere un impegno dell’esecutivo è anche la Fim Cisl, il cui segretario Ferdinando Uliano sottolinea: “Ora diventa necessario proseguire il confronto alla presenza del governo portando a compimento il lavoro fatto nei tavoli di confronto in sede ministeriale, per questo chiediamo quanto prima una convocazione a Palazzo Chigi per completare concretamente l’accordo di sviluppo del settore dell’auto, anche di quelle parti che ancora mancano e che sono da migliorare, a partire dalle garanzie per l’indotto e la componentistica e agli incentivi relativi al processo di reindustrializzazione di cui il settore necessita, rispetto alla transizione in atto”.

Rocco Cutrì, segretario generale della Fim torinese, sottolinea che la “500 ibrida è integrabile nell’attuale linea produttiva della 500 Bev per cui rappresenta una reale alternativa. Auspichiamo che i tempi a oggi previsti, primo trimestre 2026, con uno sforzo possano essere anticipati, per questo attendiamo i primi approfondimenti tecnici”. Il presidente dell’Unione Industriali di Torino, Giorgio Marsiaj, parla di un “passo avanti” dopo i “ripetuti appelli” lanciati dall’associazione degli imprenditori insieme alle altre organizzazioni locali dell’impresa che lo scorso 12 aprile avevano anche sposato le ragioni della manifestazione dei sindacati per rilanciare il settore auto torinese.

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