Le dichiarazioni del segretario della Nato, secondo cui l’Ucraina può colpire in Russia con armi dell’Alleanza atlantica? Minimizzare questa escalation anche verbale è da incoscienti, perché le parole possono diventare pietre in qualunque momento. La guerra tra Russia e Ucraina sta entrando in una fase assolutamente critica e, non avendo fatto nulla per disinnescarla quando forse era ancora possibile ma invece avendola intensificata ulteriormente ormai per 2 anni, è chiaro che adesso ci troviamo in un cul-de-sac spaventoso“. Così, ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta (Radio Cusano Campus), il filosofo Massimo Cacciari commenta l’intervista rilasciata all’Economist dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo il quale i Paesi Nato che forniscono armi all’Ucraina dovrebbero permettere alle forze armate di Kiev di usarle anche per colpire obiettivi militari in Russia.

Cacciari osserva: “Se la guerra va avanti così, con gli schieramenti attuali in campo, è evidente che sarà una vittoria della Russia. È chiaro, l’Ucraina non potrà sconfiggere la Russia. Quindi, o il conflitto si disinnesca rapidamente oppure l’Occidente e gli Usa si troveranno di fronte a una drammatica alternativa: lasciare che vinca Putin, cioè lasciare che arrivi a Kiev, oppure intervenire. Ma cosa pensavamo? Che l’Ucraina potesse vincere sulla Russia solo perché le diamo qualche arma, peraltro di seconda mano? È una follia. Dovevamo capire sin dall’inizio – prosegue – che avremmo dovuto fare di tutto per bloccare la guerra e per arrivare a una trattativa in cui non ci fossero né vincitori, né vinti. E adesso ci troviamo di fronte a questa alternativa: o facciamo una figura di merda pazzesca e chi ha invaso l’Ucraina vince pure, oppure cosa facciamo? Interveniamo e allora, a questo punto, il rischio di conflitto definitivo esiste. Stoltenberg, poverino, con quelle sue parole non fa altro che mettere in evidenza questa sciagurata situazione in cui ci siamo cacciati da perfetti sonnambuli“.

Circa l’apertura di Putin ai negoziati ma solo sulla base di una bozza d’accordo delineata tra negoziatori russi e ucraini a Istanbul nel marzo del 2022, il filosofo commenta: “Ma ormai anche Biden lo sta capendo, ammesso che ancora riesca a capire qualcosa. Insomma, dobbiamo fermare il fuoco e trattare. C’è poco da fare. Oppure diamo l’atomica a Zelensky, cosa volete che vi dica? Se Zelensky si mette ad attaccare la Russia e a bombardare la Russia, non con qualche drone, ma con i missili veri e le armi potenti direttamente ed esplicitamente fornite dalla Nato, è la fine“.

E stigmatizza ancora una volta i governi occidentali: “C’è un’assoluta incapacità di prendere decisioni in questa fase. Ripeto, siamo guidati da sonnambuli che camminano sul cornicione, per cui se il Padre eterno li protegge, non cadono, ma alla minima distrazione precipitano. Sarebbe invece dovere e missione dell’Europa essere protagonista nella trattativa, perché questa è la storia d’Europa: la storia di mediazione del dopoguerra europeo, dialogo e ponte tra Occidente e Oriente. Quale missione volete che abbia? Quella di conquistare il mondo come nel 1400?”.

Cacciari sottolinea: “Quale trattativa sarebbe possibile con la Russia? Putin sta conquistando i territori che rivendicava. Certo, se la guerra continua, potrebbe avvenire la catastrofe, e cioè che la Russia arrivi anche a Kiev. E allora, a quel punto, si apre tutto un altro scenario. Ma ora è mai possibile che non si possa fermare tutto e riprendere dagli accordi di Minsk? Ricordo che Zelensky è stato eletto sulla base di un programma che riprendeva quegli accordi, che sono stati violati da una parte e dall’altra. Adesso è possibile che tra la Russia e gli Usa non ci sia una linea di accordo come ci fu durante tutta la Guerra Fredda?”.

E conclude: “Se la guerra tra Russia e Ucraina continua, è un problema economico per i paesi europei e in particolare per il nostro. Basti vedere la testata che ha preso la Germania per questa economia di guerra che si è imposta negli ultimi anni. È chiaro che è anche interesse materiale ed economico di tutti i paesi europei muoversi perché questa guerra cessi”.

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