Economia & Lobby

Alto Adige, in arrivo la circonvallazione di Perca: uno scempio paesaggistico enorme

di Simonetta Lucchi

Dopo 20 anni di circonvallazioni in Val Gardena, finalmente, nel 2019, era arrivato il turno della Val Badia.

L’assessore provinciale alla mobilità, Daniel Alfreider, di qui originario, assieme ai sindaci, aveva mostrato grande soddisfazione. Il Kniepass, più in basso, rimane solo “Kniepass” sui cartelli stradali: d’altra parte, “passo ginocchio” non suonerebbe benissimo. Il progetto esecutivo denominato “Klosterwald” (“bosco del convento”), riguardante la sistemazione del tracciato della strada statale, parte dalla curva del Kniepass in val Pusteria fino alla galleria di Castel Badia: caratteristica principale del nuovo accesso è uno svincolo senza incroci per flussi di traffico più fluidi e sicuri. Lunghezza totale dell’opera circa 3,3 km, costi previsti 75,5 milioni di euro.

Quattro anni dopo, invece, al primo colpo di pala sempre in val Pusteria per la circonvallazione di Perca, il Ministro Matteo Salvini presenzia da remoto: vedendo la neve sulle montagne ha pensato meglio che l’occasione di una sua verifica delle potenzialità olimpiche della valle – sulle quali non ha dubbi – e dell’”opera d’arte” del tunnel di base del Brennero potrebbe essere posticipata a Pasqua.

“Non è sempre un danno se l’iter di un progetto si protrae – aveva detto nel 2016 Hanspeter Niederkofler, portavoce comprensoriale dei Verdi – molte volte si presenta l’opportunità di ripensare tutto e trovare una soluzione migliore”. Nessun ripensamento però c’è stato, e pertanto rimane ciò che è stato da più parti definito un “mostro” di tunnel, ponti e due maxi-svincoli, i costi aumentati nel tempo da 40 a 68 a 75 milioni, per una strada che nella media annuale arriva a 7.500 veicoli al giorno. Uno scempio paesaggistico enorme con buona pace del patrimonio Unesco. Che trova un’eco nell’accusa di Report, la trasmissione di inchiesta di Rai3, alla Provincia autonoma: “Lo sforo olimpico”.

“Un malinteso mediatico – così Alfreider – nessuno ha mai detto che le opere sarebbero servite unicamente ai giochi invernali”. Ma la circolazione non migliora. Colonne di centinaia di tir fermi da Bolzano al Brennero hanno segnato la tempesta perfetta del 21 maggio: certo, c’era anche il Giro d’Italia. Che non passa, nonostante i bei paesaggi, da Canicattì, coi suoi circa 500mila euro destinati nel 2019 a lavori di manutenzione stradale nel comune: anche qui la viabilità d’altronde non sembra sia in condizioni ottimali.

Costi lievitati a 290 milioni per le Olimpiadi invernali “sostenibili”? La circonvallazione di Perca, 134,5 milioni di euro Iva esclusa, contro gli iniziali 78 milioni. Quindi il piano per l’eliminazione dei passaggi a livello… la fila dei tir alle porte di Bolzano intanto ha raggiunto gli 80 km; il traffico in città bloccato, come ogni giorno di pioggia. Tadej Pogacar vince mirabilmente a Santa Cristina Valgardena al termine di una tappa segnata dal freddo e dalla rivolta dei corridori che hanno rifiutato l’opzione della “sfilata iniziale” concordata dal loro rappresentante sindacale. “Faremo i pupazzi di neve”, dicono.

Adesso anche gli albergatori delle due valli protestano: chiedono a gran voce un contingentamento del traffico e l’imposizione di un pedaggio sui Passi Dolomitici. La posizione viene fortemente sostenuta dall’assessore: “Per movimentare la questione e dare un segnale chiaro giù a Roma, che servono finalmente delle condizioni generali per una gestione del traffico”. In Sicilia, il sole splende. Imprevedibili, questi mesi di maggio. E il Giro continua.

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