“Serve una pace giusta in Ucraina, non serve scatenare una guerra maggiore”. Cecilia Strada, capolista del Pd al Nord Ovest per le Europee, fa parte della quota di candidati pacifisti dei dem. In un momento in cui la discussione assume toni particolarmente bellicisti.

La pace è al centro di questa campagna elettorale. Come si sente in queste giornate in cui il segretario generale della Nato Stoltenberg ha detto che l’Ucraina deve difendersi sul territorio russo? Anche utilizzando armi occidentali?
Ci si sente tutti nello stesso modo. Dal ministro della Difesa ai cittadini e alle cittadine arriva la richiesta di No escalation. Crosetto ha detto che la linea Nato va decisa con gli alleati. Tutte le forze politiche temono l’escalation.

Elly Schlein ha fatto una dichiarazione da “pattinatrice” oggi sul Corriere, che non è dispiaciuta agli atlantisti, dicendo “noi siamo per sostenere il diritto di Kiev a difendersi dall’invasione criminale di Putin che sta bombardando senza scrupoli obiettivi civili in Ucraina. Ma questo non può e non deve tradursi, come è sempre stato chiaro, in un ingresso diretto dell’Ue in guerra con la Russia”.
A me sembrano parole nette, le parole che il Pd pronunciava anche prima. E abbiamo sempre detto che bisogna fare ulteriori sforzi per il negoziato. I partiti sani funzionano così, hanno al loro interno diverse opinioni, poi la segretaria fa la sintesi. Il Pd intende continuare il sostegno all’Ucraina, ma non solo dal punto di vista militare. Penso sinceramente non siano risorse bene investite quelle utilizzate a misurare le parole in più o in meno di un esponente del Pd.

Quali sono le parole che vanno spiegate e fatte passare, dunque, in questa campagna elettorale?
Il Pd porta avanti le ragioni di quei 4 milioni di persone che non si curano più perché non hanno soldi, dei 3 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici che guadagnano meno di 950 euro al mese. Ricordo la battaglia del Pd per il salario minimo contro il governo che si rifiuta di farlo. Le nostre sono le sfide che abbiamo davanti contro le diseguaglianze. E qui ci tengo a ricordare che è importante un buon risultato del partito anche per evitare maggioranze diverse in Europa.

Molti dei candidati nel suo stesso collegio, però, chiedono più spese per le armi, a partire dall’Europa.
Il Pd chiede corpi civili di pace europei e un esercito europeo: è meglio un solo esercito che 27. È lo stesso Pd che dice, attraverso la legge Schlein, che il 7,5 per cento del Pil deve andare alla sanità.

Davanti a un voto in Italia o in Europa sulle armi a Kiev, come si comporterebbe?
Non sono candidata per elezioni italiane. Mi permetto di confidare nel fatto che non dovrò trovarmi a decidere come votare perché ci sarà stata una pace giusta in Ucraina. Se dovrò votare, deciderò secondo coscienza. La linea del Pd non la faccio io.

Oggi fate una conferenza stampa per il cessate il fuoco a Rafah, Gaza. Eppure l’Italia si è astenuta per ben due volte dal firmare e sostenere la risoluzione Onu che prevedeva il cessate il fuoco e il riconoscimento della Palestina come membro effettivo Onu.
Il governo italiano sbaglia. Nel momento in cui accettiamo che un governo democratico faccia strage di civili stiamo rischiando molto.

Che ne pensa delle manifestazioni degli studenti pro-Palestina?
Gli studenti esercitando il loro diritto di contestazione e manifestazione. Questa è la democrazia.

E della tendenza alla repressione del governo?
Il governo dovrebbe ripassare il significato della parola censura, che significa impedire l’espressione di idee da parte del potere e dunque si esercita dall’alto verso il basso. Quando viene dal basso, si chiama contestazione.

Sul Regolamento di Dublino sui migranti non si è fatto abbastanza. È un dossier centrale?
Il Regolamento di Dublino non aiuta i migranti e mette in crisi i paesi di prima accoglienza. Dunque bisogna fare di tutto per modificarlo ulteriormente. È un tema umanitario e di interesse nazionale.

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