Il premierato non sta tanto bene. Grossomodo scaricato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che è passata dal definirla “madre di tutte le riforme” a garantire che “non gliene frega nulla” e che in caso di stop al referendum non si dimetterà -, in Parlamento la discussione ricomincia da dove si era interrotta la scorsa settimana. Cioè dal centrodestra che sostiene la legge ma che non è presente nell’Aula del Senato, dove si stanno votando gli emendamenti (oltre 3mila in tutto). O comunque non è presente a sufficienza: così come nell’ultima seduta di giovedì, anche oggi è mancato il numero legale all’inizio dei lavori. La seduta è stata così sospesa per 20 minuti ed è ripresa quando i senatori della maggioranza hanno garantito che si potesse lavorare.

Nelle prime due settimane sono stati esaminati solo circa 30 emendamenti sui 3mila complessivi. La seduta di oggi non ha un orario di chiusura, diversamente dal solito, quando la seduta si chiude alle 20, un modo adottato dalla maggioranza per fronteggiare eventuali mosse di ostruzionismo che le opposizioni peraltro rivendicano. La conferenza dei capigruppo, giovedì, ha deciso di contingentare i tempi in complessive 30 ore, con un voto finale – secondo i calcoli della maggioranza – intorno al 18 giugno.

L’aula sta esaminando ancora gli emendamenti al primo articolo, che riguarda l’abrogazione dei senatori a vita di nomina presidenziale. Ed è stato subito applicato il metodo del “canguro” – come esplicitato dal presidente Ignazio La Russa – che con un solo voto ha fatto decadere più emendamenti analoghi. Tra gli interventi anche quello della senatrice a vita, la scienziata Elena Cattaneo, che ha ricordato come un disegno di legge costituzionale firmato da La Russa e da Alberto Balboni (senatore Fdi relatore del ddl sul premierato in discussione) manteneva i senatori a vita di nomina presidenziale. “Personalmente, senza nulla togliere alle decisioni della maggioranza, in un clima diverso non modificherei la mia opinione” ha risposto La Russa al termine dell’intervento di Cattaneo.

Ma ha dato vita a tensioni nell’emiciclo un altro commento di La Russa sempre all’intervento della senatrice Cattaneo. Cattaneo stava illustrando un proprio emendamento quando il microfono le è stato staccato avendo finito il tempo. La Russa ha quindi detto: “Per una volta che abbiamo l’onore di poterla ascoltare, prego, ha il tempo doppio”, parole salutate da un applauso dei banchi del centrodestra e da proteste dalle opposizioni. “Non è la prima volta che intervengo” ha replicato Cattaneo. “No, no, ma era… Non era ironico, era deferente. Prego” ha ribattuto il presidente dell’Aula. Ulteriori proteste ci sono state quando Balboni, per spiegare la sua contrarietà da relatore all’emendamento Cattaneo, le si è rivolto dicendo “Forse la senatrice non lo sa, ma…”. “Finché è in vigore la Costituzione chiediamo rispetto per i senatori a vita” ha detto il capogruppo del Pd Francesco Boccia. “Questa battuta se la poteva risparmiare” ha detto Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie, gruppo dove siede Cattaneo. “Era un modo per giustificare il fatto che le davo il doppio del tempo, robe dell’altro mondo” ha a sua volta risposto La Russa. “L’applauso del centrodestra dimostra il contrario” ha insistito Unterberger, che ha anche dato dei “maleducati” ai colleghi del centrodestra.

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