Di Isde, Associazione Medici per l’Ambiente

L’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, affiliata all’International Society of the Doctors for the Environment – ISDE (riconosciuta dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) – convinta che nelle prossime elezioni europee siano in gioco valori importanti per il futuro dei cittadini europei e soprattutto delle future generazioni, si è fatta promotrice di un appello rivolto ai candidati alle elezioni europee, cui hanno aderito numerose associazioni e società scientifiche.

ISDE Italia, gli enti, le associazioni e le società medico-scientifiche firmatarie di questo appello si sentono direttamente coinvolte nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo per motivi di valori e di interessi, riconoscendosi nel valore universalistico e solidaristico del servizio sanitario pubblico, in linea con l’art. 32 della Costituzione repubblicana e nell’interesse collettivo alla prevenzione primaria delle malattie.

Esempi recenti di scelte in contrasto con i suddetti principi e interessi sono: il mancato completo recepimento dei limiti indicati dall’Oms come cautelativi per la salute per la qualità dell’aria; il mancato divieto di utilizzo dei pesticidi pericolosi per la salute e la sospensione delle misure atte a rigenerare e preservare i terreni agricoli; il ritardo nell’abbandono dei combustibili fossili e nel passaggio alle fonti di energia rinnovabili; il mancato stop al consumo e alla cementificazione del suolo; il ritardo nell’assunzione di provvedimenti di limitazione delle plastiche.

Per queste ragioni, i firmatari chiedono ai candidati e alle candidate alle elezioni per il Parlamento europeo un impegno trasparente e concreto per promuovere buone politiche, mirate alla prevenzione primaria delle malattie prevenibili causate dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e della catena alimentare, nonché dal cambiamento climatico.

Per quanto riguarda il contrasto all’inquinamento atmosferico, i firmatari ritengono necessario che il prossimo Parlamento europeo si adoperi per adottare i nuovi limiti di qualità dell’aria prima delle scadenze attualmente previste e per perseguire prima possibile l’allineamento dei limiti dell’Unione europea a quelli proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità già nel settembre 2021. Insieme ai nuovi limiti, dovranno essere previste misure perentorie di adeguamento da parte degli Stati e delle Regioni europee.

Ciò al fine di risparmiare decine di migliaia di decessi anticipati, centinaia di migliaia di condizioni patologiche causate dall’inquinamento atmosferico e causa di disabilità ad insorgenza sempre più precoce.

Per quanto riguarda il superamento di un sistema produttivo alimentare basato sugli allevamenti e sull’agricoltura intensivi, i firmatari ritengono necessario che: vengano immediatamente banditi tutti i pesticidi che possono provocare danni alla salute; venga incentivata la produzione biologica ed il consumo a filiera corta; venga promosso un regime alimentare capace di contribuire alla prevenzione delle malattie cronico-degenerative. È stato, infatti, stimato che un passaggio verso sistemi alimentari più sostenibili potrebbe portare a benefici fino a quasi 12.000 miliardi di euro/anno, migliorare la salute pubblica e attenuare la crisi climatica (Food System Economics Commission, 2024).

Sulla gestione dei rifiuti, continua il ciclo non virtuoso dei rifiuti con tutte le conseguenze negative ambientali, sanitarie e sociali. Basta considerare che solo il 7,2% dei materiali deriva da riciclo di rifiuti per comprendere i costi in gioco di produzione e trattamento e le opportunità di affare per i trafficanti e i gestori illegali. Dal 20 maggio è in vigore il nuovo regolamento che detta norme più severe per la spedizione dei rifiuti, purtroppo esecutiva solo tra tre anni. E’ inaccettabile che malavita e inquinamento prosperino all’ombra dei 35 i milioni di tonnellate di rifiuti Ue esportati nel 2023 oltre alle gestioni illegali interne, oltre al fatto che si scarichi sui Paesi destinatari dei rifiuti l’impatto ambientale delle economie dei mittenti.

E poi la problematica delle bonifiche: quasi 35 mila aree da bonificare in Italia che coprono circa 300 mila ettari (2 volte la provincia di Milano), solo circa la metà con procedimento di caratterizzazione e progettazione concluso e solo il 15% con bonifica effettuata (fonte Ispra). In Europa sono stimati 342.000 siti contaminati, dei quali solo il 15% è stato sottoposto a intervento di risanamento ambientale (fonte ISS). Solo il 14% delle 42 aree di interesse nazionale (SIN) ha il progetto di bonifica approvato e il 16% ha il procedimento concluso con esito di non contaminazione o con bonifica conclusa, il resto resta da caratterizzare e da bonificare, a danno degli oltre 6 milioni di residenti.

Occorre, inoltre, agire con decisione per contrastare il nuovo rischio planetario derivante dalle microplastiche ormai presenti ovunque, compresa la catena alimentare, producendo gravi rischi per la salute. Riteniamo che i recenti provvedimenti Ue in tema di riduzione di imballaggi e riduzione delle microplastiche prodotte intenzionalmente non siano sufficienti a contrastare gli effetti ambientali e sanitari e facciamo nostro l’appello dei professionisti sanitari di tutto il mondo che esorta i delegati a impegnarsi per un Trattato giusto ed equo che rispetti i diritti umani, limiti la produzione di plastica, elimini i prodotti di plastica non necessari, compresa la plastica monouso, dia priorità alla disintossicazione e garantisca la trasparenza dei prodotti e dei materiali in plastica.

Infine, i firmatari di questo appello chiedono che tutti i costi “esterni”, ovvero relativi ai danni ambientali e sanitari, indotti da attività e sostanze inquinanti, la cui stima è resa disponibile da autorevoli istituzioni che si occupano di economia, vengano addebitati ai responsabili e che tali somme vengano utilizzate per la conversione ecologica dei sistemi produttivi e di mobilità.

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