Ancora morti sul lavoro in Italia: due operai sono deceduti mentre lavoravano nel Pesarese e a Modena. Altri quattro sono, invece, rimasti feriti nel Lucchese travolti dal materiale di scena al teatro Pucciniano.

Simone Mezzolani, operaio di 33 anni, è morto schiacciato da un macchinario mentre stava lavorando in fabbrica. È accaduto a Gallo di Petriano, in provincia di Pesaro e Urbino. L’uomo lavorava per la Fab, un’azienda che produce componenti per il settore del mobile. Sul posto è intervenuto immediatamente il 118 ma per il 33enne non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo. Sono ancora in corso gli accertamenti per capire la dinamica dell’incidente. I carabinieri stanno indagando. Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, l’incidente è accaduto circa alla fine del turno che Mezzolani stava terminando, attorno alle 20.30. Ad accorrere sul posto per primi alcuni suoi colleghi che lo hanno trovato incastrato nel macchinario.

Altro morto sul lavoro anche a Modena dove un operaio di 44 anni è deceduto in un incidente avvenuto in strada Barchetta, poco dopo le 10 del mattino. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, affidata alla polizia, l’uomo è caduto dall’alto, da diversi metri, perdendo la vita sul colpo. Sul posto sono intervenuti anche la medicina del lavoro, oltre ad un’ambulanza ed una auto medica del 118. Inutili sono stati i soccorsi, il 44enne era già morto a seguito dei traumi riportati nella caduta.

Nel Lucchese, invece, sono quattro gli operai rimasti feriti. È accaduto a Torre del Lago. I quattro sono rimasti bloccati sotto il materiale di scena che stavano scaricando all’interno del Teatro Pucciniano. Sul posto, sono arrivati immediatamente i vigili del fuoco ma i feriti erano però già stati estratti dal personale del teatro e sono stati portati dal 118 al pronto soccorso dell’ospedale. Nessuno sarebbe in gravi condizioni. Nella località in provincia di Lucca, ogni estate, si svolge il celebre festival lirico dedicato alle opere di Giacomo Puccini.

I due incidenti mortali sul lavoro – nel Pesarese e a Modena – ampliano la lista nera degli infortuni. Meno di una settimana fa, un operaio di 63 anni, Antonio Russo, che da settembre sarebbe stato in pensione, è morto schiacciato lungo una galleria in costruzione dentro il cantiere della metropolitana di Napoli. Mentre, il 17 maggio scorso, a perdere la vita è stato un ragazzo di 22 anni, morto travolto da una lastra d’acciaio, in un incidente a Scafati, in provincia di Salerno.

“Il lavoro continua a uccidere perché non facciamo il nostro dovere, non solo perché certe imprese calpestano la vita mettendo al primo posto il profitto, costi quel che costi”, denuncia Bruno Giordano, giudice della Corte di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato generale del lavoro. “Mi chiedo se anche le istituzioni regionali e statali competenti abbiano coscienza di questi crimini di pace, se vi sia la reale volontà di applicare le norme, fare controlli, celebrare processi. Temi che sembrano essere usciti dai radar dell’agenda nazionale che tocca molte questioni, ma non questa. In questo Paese manca il coraggio per tutelare chi va a lavorare e ha il diritto di tornare a casa. Ci vuole coraggio, non tavoli, protocolli e conferenze stampa”, incalza.

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