Per chi ha a cuore le sorti dell’ambiente ma anche la vita delle future generazioni, Dio ce ne scampi da presidenti di Regione come Giovanni Toti, così smaccatamente amici delle grandi opere. Ne sanno qualcosa quelli che in terra di Liguria si oppongono a quella follia del rigassificatore nella rada di Vado Ligure, oppure quelli che sostengono che la nuova diga foranea di Genova (che foraggia Webuild) è non solo uno spreco di denaro pubblico, ma un vero e proprio disastro, oppure quelli che non vogliono lo Skymetro, per il quale pende ricorso al Tar.

Non parliamo delle aree protette regionali che Toti vede come il fumo negli occhi e ne ha riperimetrato i confini. Del resto, il pensiero di Toti è chiaro: “C’è chi non si rassegna al fatto che le infrastrutture servono in questo paese. Servono mobilità su ferro, servono le grandi infrastrutture ferroviarie, ma servono anche strade, autostrade, serve una serie di infrastrutture in cui siamo rimasti indietro, così come servono infrastrutture a servizio della nostra portualità.” Apro una parentesi: non è già abbastanza cementificata e infrastrutturata quella povera terra di Liguria?

Ma torniamo ai parchi, non quelli regionali, ma a quello nazionale di cui sono decenni che si discute, quello di Portofino, e ci torniamo perché qui casca l’asino (con tutto il rispetto per Toti, che tra l’altro ha ben altre grane da sbrigare in questo periodo). A lui dava fastidio che un decreto ministeriale firmato dall’ex ministro Cingolani (non propriamente un ambientalista) avesse perimetrato il futuro parco nazionale includendo ben 11 comuni, come da indicazioni dell’Ispra. Il parco doveva essere limitato a tre, Portofino, Camogli e Santa Margherita: esattamente come oggi. Stop. L’unica soluzione per riuscirvi era fare emettere dall’attuale ministro Pichetto Fratin un nuovo decreto, che stabilisse che il parco nazionale dove essere esteso come quello regionale. E così è stato.

Ma così è anche stato che il Tar Liguria, su ricorso chissà perché non delle “grandi associazioni ambientaliste” ma dell’associazione Amici del Parco di Portofino e della Onlus Verdi Ambiente e Società, ha dichiarato illegittimo il decreto Fratin, ripristinando il precedente decreto che vede all’interno del parco i comuni di Camogli, Portofino, Santa Margherita Ligure, Recco, Avegno, Tribogna, Cicagna, Rapallo, Coreglia Ligure, Zoagli e Chiavari.

E speriamo che con questa sentenza finisca l’eterna querelle sul parco nazionale e i suoi confini, querelle che in un altro paese civile non sarebbe neppure mai nata. Ma siamo in Italia, siamo in Liguria, siamo nel regno di Toti…

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“Trovati Pfas in tutta Italia, ma il 70% dei test avviene in sole 4 regioni del Nord”. E in Molise e Calabria mai nessun controllo

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