“Non si è mai vista una sedicente patriota spaccare in due il Paese con una riforma sbagliata come l’autonomia differenziata. Non hanno neanche provato a celare il loro intento. È ancora l’intento secessionista della Lega, a cui Giorgia Meloni si è piegata per ottenere il premierato. È un cinico baratto sulla pelle del Sud, quando noi sappiamo che non c’è riscatto per l’Italia senza il riscatto per il Sud”.

È una Elly Schlein tutta contro Giorgia Meloni quella che è salita ieri, lunedì 27 maggio, sul palco a Reggio Calabria per il comizio elettorale in sostegno dei candidati del Partito democratico.

Dalla sanità al lavoro passando per i trasporti, il reddito di cittadinanza e l’immigrazione: l’intervento della segretaria del Pd è stato incentrato sulla presidente del consiglio: “C’è una bella differenza – dice Schlein – tra una leadership femminile e una leadership femminista perché non ce ne facciamo niente di una premier donna che non si batta per migliorare la vita di tutte le altre donne di questo Paese”.

Sul lavoro? “Lo Stato deve arrivare prima della criminalità e deve arrivare prima anche delle mafie, che è il contrario di quello che sta facendo questo governo, che ha avuto la bella idea, in un Paese che oggi ha un italiano su 10 in povertà assoluta, di cancellare l’unico strumento di contrasto alla povertà. Potevamo cambiarlo insieme, ma non smantellarlo. Sto incontrando le persone che hanno perso quel sussidio e mi dicono di chiedere a Giorgia Meloni dove è il lavoro di cui parla. Dov’è? Che tu sia povero o non povero, checché ne dica Giorgia Meloni, non dipende da come è composta la tua famiglia o da quanti anni hai: la povertà è una cosa molto più complessa, ma non siamo stupiti di una destra che in fondo pensa che la povertà sia una colpa individuale. Noi abbiamo bisogno di un’Europa più solidale. Diciamoglielo un po’ a quei pazzi che dicono meno Europa e non capiscono che in questo modo riducono le possibilità del Sud e del nostro Paese, che noi vogliamo un’Europa solidale”.

Critiche anche sul tema dell’immigrazione e al cosiddetto decreto Cutro: “Serve più rispetto per i morti di quell’ennesima strage, ma è un decreto che ha solo due obiettivi: smantellare l’accoglienza diffusa che è l’unica buona accoglienza e rendere più difficile salvare le vite in mare. È per questo che il Pd si batte in Europa per una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, perché non è un mare solo nostro, è una responsabilità condivisa. Perché dobbiamo fare noi ciò che Giorgia Meloni non ha avuto il coraggio di fare con i suoi alleati nazionalisti come Orban. Siamo noi a dovergli ricordare che i trattati chiedono una condivisione equa delle responsabilità sull’accoglienza. Chi entra in Italia entra in Europa”.

Schlein, infine, bacchetta Meloni anche sul tema famiglia: “Non c’è soltanto una famiglia tradizionale di cui la destra tanto parla ma che poi nessuno di loro ha. Le famiglie sono tante, sono plurali e tutte vanno difese nei loro diritti, soprattutto quelli dei loro figli e delle loro figlie. Non ci facciamo dire dalla destra chi possiamo amare o chi possiamo sposare. I diritti di tutte e tutti sono anche i diritti delle donne, perché noi vogliamo un’Europa femminista e fa male doverlo dire alla prima presidente del consiglio Donna di questo Paese. Ma l’unica cosa concreta che ha fatto sulla sanità Giorgia Meloni è fare entrare gli antiabortisti nei consultori per fare pressioni violente sulle donne e le ragazze che vogliono accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Noi difenderemo invece quel diritto e ricorderemo alla presidente del consiglio che lei guida un governo che ogni giorno sta facendo scelte proprio contro le donne. La Costituzione va attuata fino in fondo prima di modificarla con una pessima riforma del premierato che vuol dire accentrare un potere nelle mani di un capo. L’Italia ha già dato, mi pare, e non è andata bene”.

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