Cronaca

Scontri al corteo pro Palestina a Firenze di febbraio: perquisiti 9 studenti e sindacalisti. I pm: “Indagine anche su cariche della polizia”

Era il giorno delle manganellate di Pisa ad alcuni gruppi di alunni delle superiori: finirono sulle prime pagine di tutti i giornali e nelle edizioni dei telegiornali con tanto di telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Nelle stesse ore si consumarono scontri tra forze dell’ordine e studenti anche a Firenze, vicino al consolato degli Stati Uniti. E sono legate a quei fatti, di oltre tre mesi fa, le perquisizioni della Digos a sei studenti che parteciparono al corteo per la Palestina: si tratterebbe di studenti dei collettivi e di esponenti del sindacato Si Cobas.

Ad essere contestato, a quanto si apprende, è il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. La manifestazione era stata regolarmente preavvisata per raggiungere piazza Ognissanti, lungo la riva destra dell’Arno. Poi però, secondo la ricostruzione della polizia, andò oltre: manifestanti avevano provato a raggiungere il consolato (distante circa 500 metri) e in quel momento partirono le cariche. Su quanto accaduto la procura ha aperto un’inchiesta. Nelle cariche delle forze dell’ordine rimase ferita una studentessa.

In una nota la procura di Firenze, guidata dal procuratore Filippo Spiezia, puntualizza che gli indagati sono sei, mentre le perquisizioni disposte ed eseguite sono state in tutto nove e hanno riguardato anche “partecipanti alla manifestazione completamente estranei ai delitti per cui si procede ma che sono stati identificati mentre effettuavano videoriprese”, perché “l’attività di indagine in corso è finalizzata ad acquisire elementi utili alla precisa ricostruzione dei fatti” anche “attraverso l’analisi di materiale informatico (in particolare video) che possa contenere riprese della fase del contatto tra i manifestanti e le forze dell’ordine, e in particolare i frangenti in cui sono state prodotte lesioni a taluni dei manifestanti”.

In sostanza, pare di capire, che le indagini a 360 gradi e riguardo anche l’operato della polizia. Subito dopo si spiega infatti che l’inchiesta mira “ad accertare con precisione tutte le fasi della manifestazione: quella in cui vi è stato un cambio di percorso non autorizzato, quando vi è stata una pressione nei confronti delle forze dell’ordine da parte di taluni manifestanti, la carica da parte delle forze dell’ordine e, infine, le condotte che hanno prodotto le lesioni poi refertate e presenti in atti”.

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