Un altro piano di re Carlo III va a rotoli. La sua residenza londinese, Clarence House, non sarà tra le sei (dovevano essere otto in tutto) proprietà del sovrano che questa estate apriranno le porte al pubblico (pagante). Monetizzare, celando l’obiettivo con il paravento della “monarchia più aperta e smart”, era uno degli imperativi della nuova gestione della corona dopo il passaggio da Elisabetta II, custode del rigore e della tradizione, al figlio con velleità di modernizzazione e apertura. Manca il personale e gli annunci di lavoro cadono nel vuoto, quindi, il re non potrà offrire a sudditi e turisti un viaggio all’interno delle stanze reali dei palazzi più famosi.
Secondo il Guardian che ha dato la notizia, “neanche la monarchia sarebbe stata immune alla Brexit” considerata la vera responsabile per la grave carenza di personale che affligge la corona così come tutto il comparto turistico britannico. Mancano addetti al catering, alla portineria, alla gestione degli ingressi, ai negozi, alle vendite e a tutti i lavori annessi e connessi con l’arrivo di un flusso turistico laddove finora si è gestita l’ordinaria presenza dei reali. Balmoral, il castello scozzese dove trascorreva le sue vacanze Elisabetta II e dove la regina si è spenta ne 2022, ha venduto tutti i biglietti disponibili per l’apertura straordinaria di sette stanze al piano terra, in sole 24 ore. Per un mese il castello sarà aperto a chi, pagando dalle 100 alle 150 sterline, si è aggiudicato l’ingresso e un Afternoon tea.
Dentro i lavori procedono alacremente perchè le stanze devo essere adattate all’arrivo dei turisti che non calpesteranno i pavimenti di legno del re, ma moquette stese a loro protezione, così come molti quadri normalmente appesi alle pareti, ci hanno spiegato le persone addette alla sorveglianza, “sono sostituti da mostre temporanee installate ad hoc per il pubblico”. I ristoranti all’esterno sono stati allargati e aumentati per poter accogliere più persone, tanto che, ha insinuato qualcuno della zona, “magari un domani qui si ospiteranno anche i matrimoni”.
Ma la stessa sorte non sta taccando a Clarence House dove le risorse offerte dalla Scozia non sono state disponibili a Londra. Qui l’impossibilità di attrezzare la residenza e affidarla al personale necessario per la gestione dei turisti, ha definitivamente fatto tramontare le speranze del re di aprire. A tutto danno anche del comparto turistico del paese che grazie alla presenza della monarchia può godere dell’effetto generato dalla sua attrattività. Non è ben chiaro quanto indotto generi la corona sul dato complessivo, però vale la pena ricordare come la festa per il giubileo di platino di Elisabetta II portò alle casse del paese 80 milioni di sterline in più nel 2022 con un boom di turisti a ridare ossigeno al commercio e al settore dell’ospitalità inglese. C’era stata anche la pandemia a fare la sua parte e quell’ondata di ottimismo aveva ridato speranza.
Oggi, però, i conti non tornano più e la fuga di stranieri per effetto della Brexit ha drasticamente colpito il settore dando anche al re la sua quota di defezioni.
Il Guardian ricorda come spesso, durante le aperture straordinarie estive, fossero gli studenti europei a venire impegnati in lavori temporanei mentre facevano pratica con l’inglese, ma oggi, la necessità di un costoso visto per poter entrare nel paese li ha scoraggiati, decimandoli. Buckingham Palace venne aperta nel 1993 e fu subito un grande successo; oggi la residenza, dai costi di mantenimento proibitivi, viene usata solo per i ricevimenti e le visite di Stato. Il sovrano vive a Clarence House, quando a Londra o a Sandringham quando si trasferisce in campagna nel Norfolk. L’apertura di una nuova ala del palazzo, quella che conduce al famoso balcone dal quale i reali si affacciano per salutare le folle radunate ad acclamarli è salva, per le altre residenze bisognerà aspettare tempi migliori.