Vincenzo Onorato e i figli Achille e Alessandro, accusati di bancarotta dalla Procura di Milano nell’indagine che riguarda Cin, la Compagnia Italiana di Navigazione, hanno chiesto di patteggiare. La proposta di patteggiare a 3 anni e 10 mesi per l’armatore, e a 2 anni, pena sospesa, per i figli ,ha avuto il parere favorevole del pm milanese Luigi Luzi, titolare del fascicolo. Ora la parola passa al giudice dell’udienza preliminare (gup) Luigi Iannelli, che ha fissato udienza per il prossimo 9 ottobre. La società era stata ammessa al concordato preventivo nel giugno 2021, una procedura fallimentare che si è chiusa tempo fa. Gli Onorato, nel corso delle vicende fallimentari del gruppo, hanno versato somme considerevoli per ripianare i debiti.

Stando alle tesi dell’accusa gli Onorato, durante le fasi di concordato preventivo, “depauperavano il patrimonio” del gruppo privandole della “liquidità corrente per il regolare adempimento delle proprie obbligazioni”. In particolare a Vincenzo Onorato era stato contestato l’impiego di soldi societari di CIN e Moby per auto di lusso, ville durante le fase di concordato. Nel capo di imputazione l’acquisto nel luglio 2017 di un immobile a Milano in Piazza San Babila (in pieno centro) per 7 milioni di euro, 2 milioni in più del valore di mercato e di cui 640mila euro per spese notarili, utilizzato dall’armatore per ripianare debiti personali verso le banche nonostante fosse stato falsamente indicato da una delibera del cda come immobile di “rappresentanza della società”.

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