Ilfattoquotidiano.it ha vinto l’edizione 2024 dei Diversity Media Awards nella categoria Miglior articolo Stampa web. L’articolo premiato, firmato da Renato La Cara, è un focus su un aspetto specifico e poco considerato della violenza di genere: “Della violenza sulle donne con disabilità conosciamo solo la punta di un iceberg. Manca il vocabolario culturale per raccontare le nostre vite” è il titolo dell’inchiesta, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento conferito nel corso di una serata-evento benefica al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano condotta da Francesca Michielin ed Ema Stokholma (la cerimonia sarà trasmessa su Rai Uno il 28 giugno in seconda serata). Durante il galà sono stati assegnati gli Awards ai personaggi e ai contenuti mediali che si sono distinti nel corso dell’anno precedente per una rappresentazione valorizzante e inclusiva delle persone.

GIORNALISMO E DIRITTI, I PREMI ALL’INFORMAZIONE – Un racconto, quello promosso dalla Fondazione Diversity guidata da Francesca Vecchioni, che pone al centro i diritti e ha la sua declinazione anche nel giornalismo, come ha spiegato il vicedirettore de ilfattoquotidiano.it Simone Ceriotti che ha ritirato il premio a nome della testata: “La nostra redazione si occupa di diritti tutti i giorni, a questi temi abbiamo riservato un’apposita sezione del sito. Questo lavoro giornalistico è sempre importante, ma in questo momento penso sia anche urgente, perché c’è una rappresentazione troppo compressa dei diritti delle minoranze. Si parla in nome di una presunta ‘normalità’ perché riguarda la maggioranza delle persone. Ma chi decide che cosa sia ‘normalità’ e che cosa non lo sia?” (qui sotto il video del discorso)

Il Fatto era presente anche tra le nomination per la carta stampata con un’inchiesta della vicedirettrice del giornale Maddalena Oliva (già vincitrice ai Diversity nel 2020), intitolata “Lupare rosa: Maria Chindamo e le altre“. Nell’ambito delle categorie legate all’informazione sono stati attribuiti altri premi: Miglior servizio Tg al Tg3 (per il servizio “La storia di due mamme, Sara ed Elisa, madri di due figli e altri due in arrivo, preoccupate per le conseguenze della decisione del prefetto di Padova” di Maria Chiara Grandis), miglior Articolo Stampa Quotidiani a Il Sole 24 Ore (per l’articolo “La mancanza di fondi pesa sulle persone con disabilità” di Monica d’Ascenzo) e Miglior Articolo Stampa Periodici a Io Donna (per l’articolo “Cari Boomers, impariamo a convivere” di Paola Centomo).

DA GEPPI CUCCIARI A PAOLA CORTELLESI – Proprio la “norma”, il canone e i loro dettami escludenti e discriminanti vengono messi in discussione in questa festa dell’inclusività a tema La Grande Bellezza. Perché anche la bellezza, come spiegato dai numerosi ospiti saliti sul palco, è di tutte e tutti. E va celebrata nella sua complessità. Perlomeno finché non sarà implicito e scontato essere inclusivi, come sottolineato da Geppi Cucciari, salita sul palco insieme ad Amalia Ercoli Finzi per ritirare il Premio al Miglior Programma Tv per “Splendida Cornice” (Rai3), poi dedicato al ricordo del giornalista Franco di Mare: “Forse abbiamo vinto perché non ci siamo mai posti il problema di essere inclusivi: sarebbe bello un mondo in cui nessuno si chiede se lo sia perché è già naturale esserlo. Ma siccome non è ancora così, è giusto festeggiare e ricordare che invece qualcun altro si è dimenticato di esserlo”. Tra monologhi, spettacoli e performance artistiche, si sono susseguiti sul palco ospiti e riconoscimenti. Sul palco Daria Bignardi, premiata per il miglior programma Radio, ha dedicato il riconoscimento “a tutte le persone e le comunità che devono lottare ogni giorno per essere riconosciute e rispettate per ciò che sono”. In collegamento dal set Paola Cortellesi, che è stata eletta Personaggio dell’Anno, “per aver trasformato il suo esordio alla regia con C’è ancora domani – un caso unico per successo e impatto sul panorama cinematografico e culturale – in un’occasione di potente sensibilizzazione in cui ha usato la sua notorietà per parlare della violenza di genere” come si legge nelle motivazioni del premio.

DA “IO CAPITANO” A ZEROCALCARE – Il Premio come Miglior Film, vinto da “Io Capitano” di Matteo Garrone, è stato ritirato dall’attore Moustapha Fall, che ha dedicato il premio a tutte le persone che “lottano e fanno il possibile per essere in Europa”. Il riconoscimento alla Miglior Serie TV Italiana è stato invece vinto da “Questo mondo non mi renderà cattivo” (Netflix) e ritirato da Zerocalcare, che ha raccontato quanto gli stia a cuore la Fondazione Diversity, che “non si limita a fotografare la realtà, ma cerca di trasformarla. Chi ha la responsabilità di creare immaginari e quindi trasformare il reale con la cultura, ha sottolineato, è necessario si metta in dialogo con tutte le parti della società che tentano di cambiare il presente: dagli studenti che manifestano contro “la carneficina in atto a Gaza da più di otto mesi”, alle donne che scendono in piazza contro la violenza di genere e in difesa dei consultori, “a tutti gli altri ingranaggi della collettività, che si spera ci portino a una società più vicina a quella che vorremmo”.

LA TESTIMONIANZA DI UN’ATLETA AFGHANA – Si inserisce in questo solco anche l’intervento di Mahdia Sharifi, atleta afghana di 20 anni, che ha lasciato il suo Paese dopo l’arrivo dei talebani, e di Livia Maurizi, dell’Associazione NOVE Onlus. Insieme hanno sottolineato quanto sia urgente non dimenticare la situazione attuale dell’Afghanistan, secondo l’Onu “il posto peggiore dove nascere donna”. “Grazie allo sport mi sono integrata entrando nel programma olimpico dei rifugiati, ma sono schiacciata dal peso di quello che succede alle donne afghane, che sono annullate e non hanno diritti alla vita. Non abbandonate queste donne”, ha spiegato Sharifi. Perché in fondo è questo il senso degli ‘Oscar dell’inclusività’: dare voce a chi non aveva la possibilità di parlare, ricordare chi troppo a lungo è stato invisibilizzato, creare coesione tra le diverse frange marginalizzate del presente. Tra gli ospiti della serata anche Big Mama, Michela Giraud e Roberto Vecchioni, che ha regalato al pubblico una toccante esibizione de “La prima cosa bella”. Appuntamento in tv con la cerimonia il 28 giugno su Rai1 in seconda serata.

LA LISTA DEI PREMI
Miglior film italiano – Io Capitano di Matteo Garrone
Miglior serie tv italiana – Questo mondo non mi renderà cattivo – Netflix • Movimenti Production, in collaborazione con Bao Publishing
Miglior serie tv straniera – The Last of Us – Sky e NOW
Miglior programma tv – Splendida Cornice – Rai3
Miglior Podcast – Invertiti – Cathy La Torre e Guglielmo Scilla
Personaggio dell’anno – Paola Cortellesi
Creator dell’anno – Edoardo Mocini – @edoardomocini_
Miglior prodotto digital – Ruote Libere + Canal – il Canal, 5 modi per non mettere a disagio una persona disabile
Miglior serie kids – Il Cercasuoni – RaiPlay
Miglior programma radio – Le mattine pt 2- Ora Daria – Radio Capital

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