Diritti

Europee, sul diritto alla casa il dibattito è silenziato. Ecco le (non esaltanti) proposte dei partiti

Sono ormai prossime le elezioni europee che in Italia si svolgeranno l’8 e 9 giugno. Durante la campagna elettorale il tema della sofferenza abitativa, in relazione alle condizioni delle famiglie in Europa, è stato quasi del tutto silenziato. Questo mentre in Europa a partire dal 2021, con l’approvazione di una risoluzione da parte del Parlamento europeo la questione abitativa è stato posto con forza.

Nell’Ue, ogni notte quasi 900.000 persone sono costrette a dormire per strada o in un ricovero. Un numero che negli ultimi 15 anni è più che raddoppiato.
Nell’Ue la popolazione che spende più del 40% del proprio reddito per l’alloggio supera il 10%, ma arriva al 38% tra i 156 milioni di famiglie a rischio di povertà. Significativo il fatto che i costi degli alloggi crescano stabilmente, in tutta Europa, più dei salari. Oltretutto l’alloggio rappresenta la principale voce di spesa per i cittadini europei.

La Risoluzione approvata nel 2021 dal Parlamento europeo affermava che l’alto costo degli alloggi ha fatto aumentare il numero dei senza casa in 24 Stati membri su 27 mentre le famiglie non in grado di accedere al mercato degli alloggi ammonta ormai ad oltre il 10%. Tra il 2010 e il 2022, secondo il rapporto Eurostat del 2023, i prezzi degli immobili nei 27 membri sono aumentati del 47%. Crescono anche i costi dell’affitto, in media +18%. Cresce la percentuale di famiglie che vivono in condizioni “anguste”.

Nonostante questi dati la spesa per la realizzazione di edilizia sociale nell’insieme dell’Europa non supera lo 0,66% del Pil europeo. Per capire come questo tema sia stato affrontato dalle liste che si presentano in Italia alle elezioni europee sono andato a leggere quali impegni recavano in materia di politiche abitative. E il quadro non è esaltante, tenuto conto che nel nostro Paese il disagio abitativo coinvolge 1,5 milioni di famiglie, anzi.

Il Pd scrive nel suo programma che sarà fondamentale dare piena attuazione al modello “Housing 4 all” per offrire alloggio dignitoso e accessibile. Propone un modello universalistico destinato a rispondere alle esigenze degli indigenti, ma anche a quelle delle famiglie di medio reddito. Il Pd propone un Fondo europeo sull’efficientamento energetico del patrimonio edilizio e di incentivare l’uso di beni immobili inutilizzati e rendere sconveniente lasciarli vuoti. Infine propone la definizione di nuove competenze per il Social Housing nei Trattati, per l’obiettivo prioritario di rilancio dell’edilizia popolare e di riqualificazione dell’esistente.

Per Alleanza Verdi e Sinistra necessario regolamentare l’accesso di investitori privati /finanziari scoraggiando la speculazione o facilitando la disponibilità di abitazioni sociali per uno sviluppo urbano sostenibile. Avs propone di adottare un quadro normativo europeo che consenta alle autorità locali di limitare le attività di piattaforme come Airbnb, per alleggerire il mercato degli affitti ed evitare l’esplosione dei prezzi; infine propone di garantire che nessuna famiglia vulnerabile possa essere sfrattata senza la garanzia di una nuova sistemazione sia in caso di mancato pagamento degli affitti, che di occupazione precaria dovuta alla mancanza di alloggi a prezzi accessibili.

La Lista Pace Terra e Dignità si limita a proporre un Fondo europeo per l’edilizia sociale

La lista Libertà Cateno De Luca non propone nulla. La Lista Azione non propone nulla, La Lista Stati Uniti d’Europa non propone nulla.

La lista Volt propone di finanziare modelli abitativi innovativi, come i programmi di co-housing, rent-to-own e lifelong renting,

Forza Italia propone una generica difesa della casa e la revisione della Direttiva Case Green.

Lega propone semplicemente di cancellare direttiva “case green”;

Fratelli d’Italia propone di modificare radicalmente la direttiva sulle “case green”.

M5S propone di introdurre nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea il principio del diritto alla casa come diritto fondamentale. Chiede il finanziamento agli Stati membri (modello Recovery Fund) con l’obiettivo di soddisfare, entro un periodo di 10-20 anni, l’intero fabbisogno abitativo dei cittadini europei in condizioni di disagio e/o emergenza abitativa, nell’ambito di una edilizia sostenibile. Infine il M5s propone un monitoraggio della Bce sulle banche in tema di tassi di interesse per l’acquisto prima casa, per nuclei familiari di età inferiore ai 36 anni.

Il quadro programmatico delle liste per le europee non è esaltante. Le liste di centro e di destra, o non si pongono neanche la questione, o si limitano al contrasto alla direttiva Green. Le liste di sinistra o centro sinistra pongono punti importanti ma generici e senza approfondire. Segnalo, comunque, come positive le seguenti proposte: 1) istituire un Fondo europeo sull’efficientamento energetico del patrimonio edilizio e incentivare l’uso di beni immobili inutilizzati e rendere sconveniente lasciarli vuoti: 2) garantire che nessuna famiglia possa essere sfrattata senza la garanzia di una nuova sistemazione; consentire alle autorità locali di limitare le attività di piattaforme come Airbnb; 3) l’introduzione nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea il principio del diritto alla casa; e il finanziamento agli Stati membri tipo Recovery Fund; 4) l’istituzione di Fondo europeo per l’edilizia sociale. Si poteva fare di più e di meglio.