Wolfgang Rieke, il camionista che il 30 novembre 2022 travolse e uccise il campione di ciclismo Davide Rebellin, è stato colpito da un ictus ischemico mentre si trovava in un bar, in un orario di uscita consentito. Al momento una parte del suo corpo è paralizzata, ma non si troverebbe in pericolo di vita. Sottoposto a intervento, il camionista è stato ricoverato nel reparto di Neurologia dell’ospedale Cà Foncello di Treviso, dove rimarrà per almeno un’altra settimana. Dopodiché sarà rivalutato dai medici che lo stanno tenendo in osservazione, ma sicuramente dovrà essere sottoposto a delle terapie riabilitative.

Queste sono le attuali condizioni di salute del 63enne che lunedì scorso è stato ricoverato in gravi condizioni e per questo motivo non ha potuto prendere parte alla prima udienza del processo in cui è imputato per la morte di Rebellin. L’udienza era prevista appunto per lunedì 27 maggio. Di fronte all’accaduto i legali di Rieke hanno presentato un’istanza di rinvio per legittimo impedimento, che è stata accolta dai giudici. L’udienza è stata riprogrammata per fine giugno.

Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, Rieke ha avuto un ictus derivato da una ischemia cardiaca che ha comportato pesanti ripercussioni sulla sua salute. La riabilitazione dipende dalla gravità con cui l’ictus ha colpito la persona e, quindi, per ora non è possibile stabilire un tempo ben definito per il recupero. Come spiegato dai legali di Rieke all’emittente televisiva TVA Vicenza, in caso di guarigione la volontà è di concludere il caso: “L’interesse del signor Rieke è che il processo venga fatto, in modo tale da chiudere la sua posizione. Intenzione presente da subito, non appena si è costituito in Italia. Attualmente si trova in una fase in cui non può parlare, siamo stati costretti a chiedere il rinvio”.

La prima udienza dibattimentale del processo per la morte di Rebellin avrebbe dovuto tenersi lunedì 27 maggio nel Tribunale di Vicenza. Nel corso dell’incontro si sarebbero dovuti ascoltare i consulenti di parte, cioè i tecnici che hanno ricostruito la dinamica dell’incidente. A questo punto si era giunti dopo il rigetto della richiesta di patteggiamento della pena di tre anni e undici mesi avvenuto lo scorso 11 marzo (la difesa aveva chiesto di convertirla in arresti domiciliari). L’inammissibilità della richiesta è stata determinata dal fatto che l’istanza riproposta ai giudici del dibattimento era esattamente la stessa già formulata per il Gip quando, al contrario, si sarebbe dovuta differenziare. “Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che i giudici hanno deciso di andare avanti e di mandare a processo Rieke. Non vogliamo vendetta ma giustizia“, aveva commentato il fratello di Davide Rebellin, Carlo. La famiglia dell’ex ciclista era già stata risarcita dalla compagnia di assicurazione del camionista e del tir con 825mila euro.

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