Nel giorno dell’anniversario della battaglia di Legnano, a Milano torna a parlare in pubblico Umberto Bossi. L’occasione è il conferimento della Rosa Camuna, una delle massime onorificenze lombarde. Al “senatur” viene assegnato un riconoscimento speciale per le riforme istituzionali. E così sul palco, accanto al governatore Attilio Fontana, Bossi rievoca gli esordi della Lega. “Ai tempi – ha detto Bossi – nascevano movimenti autonomisti e regionalisti in tutto il Nord: era il segno di un cambiamento che si stava concretizzando anche in Lombardia e che avrebbe inciso sulla storia del Paese”. La ricostruzione storica prosegue con il 1984. “Fondammo la Lega lombarda, che si è trasformata in Lega Nord, che fu il grimaldello per far fuori tutti i partiti della prima Repubblica, prima la Dc, poi i socialisti, poi i comunisti…”. Ma il racconto della storia della Lega viene interrotto dalla presentatrice. I premiati sono tanti e il tempo stringe. E così non c’è tempo per arrivare sui tempi della Lega di Salvini Premier evitando così eventuali incidenti istituzionali. Bossi lascia la sala scortato dal figlio Renzo senza aggiungere altro. Ma ci pensa un altro dei fondatori della Lega Lombarda, Giuseppe Leoni, a rincarare la dose: “Noi sognavamo una cosa diversa non questa” dice ai cronisti riferendosi all’autonomia differenziata che dall’11 giugno arriverà in aula. “Questi sono impazziti. Sono i pasticceri che si sono messi a far politica – conclude Leoni – e Il pasticcere si chiama Roberto Calderoli”.
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