Il 18enne Issamade Asinga un anno fa aveva corso i 100 metri in 9.89
Tutta colpa di una caramella gommosa. O almeno così dice Issamade Asinga. L’atleta 18enne nativo del Suriname è stato squalificato per quattro anni per positività al doping. Soprannominato “Il nuovo Bolt”, lo scorso 23 luglio Asinga aveva fatto registrare il record del mondo Under20 dei 100 metri, correndo in 9.89. Una prestazione che lo aveva incoronato come l’astro nascente dell’atletica mondiale. A un anno di distanza, si torna a parlare di Asinga: le prime pagine però non hanno a che fare con un nuovo record infranto.
Il comunicato del WADA
La World Anti-Doping Agency (l’Agenzia mondiale antidoping) ha ufficializzato la squalifica dell’atleta surinamese tramite il seguente comunicato: “Issamade Asinga verrà privato dei suoi titoli come doppio sprint del Sud America, campione e detentore del record mondiale Under 20 dei 100 metri dopo essere stato giudicato colpevole di violazione delle regole antidoping (ADRV) e squalificato dall’Atletica Integrity Unit (AIU) per quattro anni. Asinga era stato provvisoriamente sospeso dall’AIU lo scorso agosto dopo i test positivo ai metaboliti del GW1516 in un test fuori gara del 18 luglio”. Almeno per quattro anni, “il nuovo Bolt” non potrà più scendere in pista.
La difesa di Asinga: “Non ho fatto nulla di male”
In seguito alla squalifica, Asinga ha provato a difendersi dalle accuse sostenendo che il doping sia dovuto all’ingestione di alcune caramelle gommose donate al termine della vittoria del “Gatorade National Boys Track & Field”, lo scorso 10 maggio 2023. “Sono in una posizione in cui so di non aver fatto nulla di male e non rinuncerò al mio sogno. È semplicemente scandaloso ignorare i fatti e cercare semplicemente di distorcere la narrazione contro di me. Sfortunatamente, nel 2023, PepsiCo mi ha regalato un pacchetto regalo Gatorade contenente Gatorade Recovery Gummies, che mostrava il logo NSF Certified for Sport approvato dal settore. I contenitori che mi hanno dato sono stati successivamente testati in un laboratorio accreditato dalla WADA che ha identificato che il prodotto che mi avevano dato era contaminato da GW1516, la stessa sostanza risultata positiva in piccole quantità”.