Barchette di carta sono apparse nelle principali fontane di Roma e nel Tevere, con l’appello rivolto all’Italia e all’Unione europea di “non restare a guardare“, ripristinando una missione di ricerca e soccorso in mare, colmando così il vuoto lasciato dalla chiusura di Mare Nostrum. In vista delle elezioni del prossimo 8 e 9 giugno, questa è stata l’iniziativa promossa da Sos Mediterranee, con gli attivisti scesi in piazza a Largo di Torre Argentina a Roma per presentare la petizione sottoscritta da oltre 10mila cittadini: “È il simbolo della richiesta che facciamo alla politica per invertire la rotta del soccorso in mare, di fronte alla tragedia delle migliaia di morti in mare, in assenza di politiche europee responsabili”, ha spiegato Valeria Taurino, direttrice generale della ong. “L’Ue deve assumersi la responsabilità di affrontare la questione della rotta migratoria più letale del mondo, dove ogni anno perdono la vita migliaia di persone innocenti”, hanno rivendicato nel corso dell’evento. “Ostacolare chi cerca di salvare vite è inaccettabile e offensivo“, hanno continuato, chiedendo “lo stop alla criminalizzazione delle ong del soccorso in mare, il rispetto del diritto marittimo internazionale e delle convenzioni umanitarie nel Mediterraneo centrale e l’allocazione dei fondi destinati alla gestione dei flussi migratori a supporto dell’attività di ricerca e soccorso in mare”.
Presenti alcuni esponenti dei partiti di opposizione, dal deputato Pd Matteo Orfini alla collega dem Ouidad Bakkali, fino a Riccardo Magi (+Europa), Paolo Ciani (Demos) ed Elisabetta Piccolotti (Verdi-Sinistra), così come esponenti della società civile che sostengono l’associazione, come il il rapper Kento e Ascanio Celestini. “I partiti sono sempre più indietro rispetto alla società civile, devono aprirsi. Queste persone continueranno a scappare dai propri Paesi, va trovato un modo per accoglierle”, ha rivendicato l’attore teatrale e regista, bocciando pure il Piano Mattei del governo Meloni: “È pure cominciato male. Invece di invitare gli africani, si sarebbe dovuto chiedere scusa per la storia dell’Italia, che fu anche un Paese violento, colonizzatore e stragista”. Ma le accuse in tema di migranti non sono state rivolte soltanto alle politiche del governo Meloni e della commissione Von Der Leyen in Ue, tra esternalizzazione delle frontiere e guerra alle ong: “Sono politiche trasversali, noi abbiamo trovato un muro sia in Italia che in Europa, dato che siamo stati gli unici nel gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Ue ad opporci, come delegati Pd, al nuovo Patto migrazioni e asilo“, ha ricordato Matteo Orfini. “Eravamo in pochi a fare queste battaglie nel mio partito, ma ora il Pd ha cambiato rotta. Serve fare lo stesso anche in Europa”.
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