Cronaca

Padova, ok del consiglio comunale a una variante urbanistica per il polo logistico di Alì. Ma la maggioranza di centrosinistra si spacca

PADOVA – La maggioranza di centrosinistra di Padova è naufragata sull’approvazione di una variante urbanistica che consentirà un colossale intervento da parte di Alì, potente gruppo dei supermercati, ai limiti della zona industriale, con l’ampliamento dello hub logistico.­­­ Una spaccatura netta all’interno sia del Pd che della stessa lista che porta il nome del sindaco Sergio Giordani. Ma anche il centrodestra ha dovuto registrare alcune decisive defezioni, a partire dall’ex candidato sindaco Francesco Pighin, un imprenditore presentato dalla Lega. L’esito della votazione, in piena notte, non prelude però a una crisi politica, nonostante il terremoto sia stato di notevoli proporzioni.

Sul tavolo c’era il via libera a un ampliamento molto consistente, un investimento da 50 milioni di euro con l’occupazione di un’area di 150mila metri quadrati, di cui 50mila occupati da capannoni ed edifici. Per dare l’idea dell’intervento, è prevista una torre alta 36,5 metri, con un corpo alto dodici piani, per un totale di 724mila metri cubi. Un terzo dell’area sarà coperta da parcheggi, un altro terzo da verde. A favore del progetto soprattutto la creazione di 250 nuovi posti di lavoro, contro una consistente occupazione di suolo, in contraddizione con il programma elettorale della maggioranza. La giunta ha cercato di correre ai ripari, ottenendo più soldi dal privato (8,5 milioni di euro in totale) e promettendo la creazione di un parco, ma in un’altra parte della città. Non è però riuscita a evitare la frattura.

La variante di via Svezia è stata approvata con 15 voti a favore, 12 contrari e grazie all’assenza di sei consiglieri. Nella maggioranza si sono dissociate dalla giunta le due consigliere di Coalizione civica (Marta Nalin e Chiara Gallani), oltre a due consiglieri della lista Giordani (Valentina Battistella e il capogruppo Luigi Tarzia). Ha votato contro anche la dem Anna Barzon, mentre un suo collega di partito (Alessandro Tognon) è uscito al momento cruciale. Erano assenti anche alcuni consiglieri dell’opposizione, oltre a Francesco Peghin, due esponenti della sua lista (Davide Meneghini e Roberto Cruciato) e il forzista Roberto Moneta. Ad opporsi sono stati, quindi, soprattutto Fratelli d’Italia e Lega.

A presentare la variante è stato l’assessore alle attività produttive Antonio Bressa: “Abbiamo la possibilità di preservare la presenza di un’azienda come Alì, tra le più importanti del territorio, all’interno del Comune di Padova. L’azienda farà assunzioni a tempo indeterminato”. Ha poi sottolineato: “Affermiamo anche un principio importante: tanto suolo si consuma, tanto deve essere ripristinato”. Alì sborserà (se accetterà le condizioni) un contributo straordinario di 7,5 milioni di euro, oltre a un milione per gli oneri di urbanizzazione. Su queste cifre ha insistito la giunta. “Fino ad ora, per tutte le altre procedure, abbiamo sempre applicato il 50 per cento del plusvalore previsto dalla legge, adesso arriviamo al 64 per cento. Potremo così trasformare in un parco l’ex caserma Romagnoli. Se in via Svezia avremo 9,2 ettari pavimentati, dall’altra parte avremo 9 ettari da depavimentare. È un’operazione 1 a 1 in termini di consumo di suolo”.

Le accuse in casa. Perfino il capogruppo della lista Giordani, Luigi Tarzia, ha affondato: “Chiedo alla giunta ritirare la delibera, il sindaco lasci perdere i diktat: non si governa così”. Anna Barzon: “Il cambiamento climatico è evidente e confermato dai dati. Nei quartieri di Granze e Camin si cementifica, mentre i benefici vanno a finire a Chiesanuova, nel parco della caserma Romagnoli”. Il tutto senza sapere ancora quanto costeranno le bonifiche.

Dai Fratelli d’Italia un attacco alle promesse mancate di Giordani. “Aveva inserito nel programma lo stop al consumo di suolo, non il pareggio come vuole falsamente far credere” ha detto il capogruppo Matteo Cavatton. Contraria anche la Lega, mentre l’ex candidato sindaco del centrodestra Peghin è andato in direzione opposta: “Se il consiglio bloccasse un progetto di sviluppo di una delle più importanti aziende padovane, sarebbe un brutto segnale per l’attrattività di questa città. Non voglio votare contro un progetto che ritengo condivisibile, ma neppure fare da stampella all’amministrazione”. Così non ha votato, assieme a due dei suoi consiglieri.

Scossoni politici? Franco Corti, segretario cittadino del Pd, ha diffuso un comunicato in cui rivendica il compromesso raggiunto “nell’interesse della città, attraverso maggiori compensazioni chieste all’azienda e con l’iter avviato sulla destinazione pubblica della Caserma Romagnoli, che prevede la bonifica e depavimentazione di 8,1 ettari che diventeranno un grande parco estensivo di 14 ettari”. Il sindaco Giordani ha cercato di spegnere i focolai nella maggioranza: “E’ del tutto normale ci fossero opinioni diverse che rispetto, così come diversi punti di vista sono emersi anche nell’opposizione. Il lavoro della giunta e dell’amministrazione andrà avanti con più determinazione di prima”.