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Perché gli italiani si rivolgono a maghi e cartomanti? “Nell’incertezza dei nostri tempi credere in qualcosa diventa sempre più un’urgenza”

Ecco i dati emersi dal 36° Rapporto Italia dell’Euripes

di Giuliana Lomazzi
Perché gli italiani si rivolgono a maghi e cartomanti? “Nell’incertezza dei nostri tempi credere in qualcosa diventa sempre più un’urgenza”

È di pochi giorni fa il 36° Rapporto Italia dell’Euripes, L’Italia al bivio, nel quale l’istituto di ricerca fotografa la realtà del nostro Paese. Un’intera scheda, “Credere in qualcosa. Perché gli italiani si rivolgono a maghi e cartomanti?” si incentra su credenze e convinzioni. Dalle difficoltà ad arrivare a fine mese all’aumento della fiducia nelle istituzioni, dalle unioni omosessuali alla scelta veg fino all’intelligenza artificiale: poco sfugge all’occhio attento dei ricercatori di Eurispes, che non tralasciano neppure superstizioni e occultismo. “Nell’incertezza dei nostri tempi, credere in qualcosa diventa sempre più un’urgenza per l’individuo insieme all’incessante desiderio umano di comprendere ed esercitare una qualche forma di controllo sul proprio destino”, si legge sul Report, che offre una prospettiva nuova su questi temi e sfata vari luoghi comuni.

Maghi e cartomanti
Vi stupisce pensare che tra i vostri vicini qualcuno possa affidarsi alle arti divinatorie? Allora fate parte di quell’84,1% che non si è mai rivolto a maghi o cartomanti, e vi risulta incomprensibile che oggi altri lo facciano. “Il report ci dice che anche in una società fortemente tecnologica, proiettata verso il futuro e il cambiamento, permane un’area di interesse legata a pratiche di matrice differente, connesse al passato”, spiega il prof. Lorenzo Montali, docente di psicologia sociale all’Università Bicocca di Milano, sottolineando però che non si tratta di un fenomeno di massa: è interessato solo il 15,9% del campione intervistato, che dall’astrologo ci è andato per lo più di persona (52%), soprattutto al Sud; a preferire la modalità online è stato il 21,6% del campione, in particolare nei Comuni sopra i 100.000 abitanti. “Non è il caso di demonizzare o di sovradimensionare il fenomeno, a rischio è solo una piccola fascia, lo 0,8% degli intervistati dichiara una frequentazione abituale. Anche tra quanti ci credono, l’investimento è stato basso e sporadico”. Risulta infatti che nel 62% dei casi la consulenza è costata meno di 100 euro, solo il 36% del campione ha speso cifre più alte. Di fatto, il 49,8% ha poi giudicato negativamente il consulto, segno che difficilmente lo rifarà.

Occhio ai cliché
Il sondaggio sfata però vari luoghi comuni. “Il primo è che a rivolgersi a questi operatori siano soprattutto le donne, la differenza è così poco rilevante (circa l’86 contro l’82%) da essere staticamente non significativa. Un altro stereotipo riguarda la distribuzione territoriale”. Spesso si pensa che si ricorra agli operatori dell’occulto soprattutto al sud, ma la prevalenza è invece al nordest. “Altro luogo comune, il rapporto tra credenza e livello di istruzione. Si pensa che maggiore sia l’istruzione, minore il fenomeno. In realtà c’è una differenza solo tra licenza elementare e gli altri titoli di studio, che più o meno si equivalgono”. Non è dunque vero che solo gli ignoranti vanno dal mago!

Cosa ci riserva il futuro?
“Il bisogno di controllare il proprio ambiente caratterizza tutti”, sottolinea il docente. Nessuno può dire cosa farà tra un mese, ma solo cosa pensa di fare. L’avvenire non è nelle nostre mani e resta un’incognita. “Il problema è di tutti, ma ognuno ha soluzioni diverse. Lo studio ci parla quindi di un bisogno che viene soddisfatto relativamente al futuro, alla dimensione di indeterminatezza che caratterizza le cose non controllabili”. Mi ammalerò? Lui (o lei) mi tradirà? Perderò il lavoro? Alla fine, le ragioni che muovono gli esseri umani sono sempre le stesse. “Le motivazioni sono riconducibili a tre aree tematiche: lavoro (e problemi finanziari), salute, amore”. A fare la parte del leone sono le questioni sentimentali (24%), seguite da situazione economica (19,8%), bisogno di aiuto in campo professionale (17,2%) e problematiche di salute (16,6%). La ripetitività di queste ragioni è una manna per maghi e cartomanti, che ci mettono poco a capire le motivazioni del cliente, e ad apparire “potenti”.

Scaramanzia, parapsicologia e UFO
Crede negli iettatori il 26,6%, dell’esistenza di numeri fausti (o infausti) il 24,9%. La scaramanzia, secondo il 25,9%, può aiutare. All’esistenza di altre forme di vita nell’universo crede il 38,1% (del resto anche la scienza va a caccia), ma scende al 25,9 la percentuale di quanti pensano veritieri gli avvistamenti di Ufo. Ed eccoci infine alla parapsicologia: il 26% degli intervistati crede nelle percezioni extrasensoriali, il 21,7% è convinto che sia possibile comunicare con i defunti, il 18% che qualcuno riesca a prevedere il futuro, il 17,8% che esista la reincarnazione.

Una pietra miliare
Difficile spiegare queste credenze, soprattutto perché decontestualizzate e tradotte in meri numeri. Ma in tal senso il sondaggio di Eurispes può aiutare gli studiosi. “Si fa pochissima ricerca su questi temi, e non se ne ha una lettura adeguata in quanto mancano gli elementi. Il rapporto prova a costruire una prima mappatura del fenomeno e fotografare questa realtà”. Anche se non è possibile fare confronti con gli anni precedenti per comprendere se il fenomeno è in crescita o no, resta il fatto che da qui si può partire per indagini più approfondite e capire meglio le motivazioni alla base.

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