Il nucleare sta ritornando di moda in Italia. L’ultima esternazione in proposito è quella del neo-presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che propone un “tavolo” per discutere di nuove centrali.

C’era da aspettarselo; il dibattito sul nucleare appare e scompare periodicamente in Italia fin dal tempo del primo referendum, nel 1987. Da una parte, il nucleare è presentato come l’unica alternativa possibile ai combustibili fossili. Dall’altra, come una mostruosità che ci ammazzerà tutti con le scorie o qualche incidente.

Ma la storia è molto più complicata di così. Un impianto nucleare non è uno scatolone che piazzi da qualche parte, ci attacchi la spina, e poi te ne dimentichi. Una volta che te la sei portato a casa, ti sei impegnato a decenni di manutenzione e gestione, e poi altri decenni di smantellamento e bonifica del sito, con tutti i problemi politici, strategici ed economici associati. E’ impressionante come tutto questo sia ignorato nel dibattito attuale, di una superficialità impressionante.

Uno dei problemi è che la competenza per costruire centrali nucleari non c’è più da un pezzo in Italia. Le centrali le dovremmo comprare “chiavi in mano” da qualche fornitore estero. Da chiunque le compriamo, dovremo dipendere da loro per la manutenzione per tutta durata di vita della centrale, almeno 50 anni. Un bel problema geopolitico.

C’è poi una questione militare. Se ne parla poco, ma le centrali sono bersagli interessanti in caso di guerra. Avrete forse letto della situazione degli impianti nucleari di Zaporizhzhia, in Ucraina. E’ la centrale più grande in Europa; si trova vicina alla linea del fronte ed è stata bersagliata in vari modi negli ultimi due anni. Per il momento, per fortuna, non è successo niente di grave, ma se va male le conseguenze potrebbero essere apocalittiche. Qualsiasi paese abbia impianti nucleari deve pensare a difenderli da attacchi, e questi sono costi e grattacapi importanti.

Infine, la questione più problematica di tutte è quella del rifornimento delle centrali. Le centrali nucleari hanno bisogno di uranio arricchito. In Italia non lo si produce e i paesi che lo esportano si contano sulle dita di una mano; il principale è la Russia. Gli americani, invece, non ne producono abbastanza per le loro stesse centrali e lo importano dalla Russia.

Fra le altre cose, è passata inosservata la notizia proprio di questi giorni che il governo Biden ha proibito l’importazione di uranio arricchito dalla Russia. La nuova legge costringerà gli americani ad approvvigionarsi da altri paesi e, come minimo, questo porterà a un aumento dei prezzi sul mercato globale. Ce ne sarà abbastanza per tutti? Non è affatto detto. Notate anche che la tanto decantata “nuova generazione” di centrali nucleari richiede un tipo di uranio altamente arricchito che al momento è prodotto in quantità importanti in un solo paese. Indovinate un po’ quale? La Russia!

Vedete allora come la questione nucleare va ben oltre il dibattito superficiale di questi giorni con tantissimi problemi gestionali e geopolitici che vengono ignorati. Ma, alla fine dei conti, queste decisioni dovrebbero basarsi su un criterio molto semplice: quanto costa l’energia?

E qui, le cose sono chiare. Oggi, l’energia nucleare è fuori mercato (se volete dati recenti sui costi, li trovate a questo link). L’energia rinnovabile costa meno e si presenta come capace di sostituire tutte le altre fonti, soprattutto tenendo conto del rapidissimo sviluppo di batterie per lo stoccaggio a basso costo. Perché mai dovremmo metterci all’anima di investire su una tecnologia più cara quando ce n’è una che costa meno?

Purtroppo, c’è una ragione per la quale vediamo certi politici e certi amministratori promuovere cose costose, poco utili, e anche pericolose (non solo il nucleare!). E’ perché parlandone possono far credere al pubblico che stanno “facendo qualcosa” mentre, allo stesso tempo, possono dare la colpa per i problemi ai vari verdi, ambientalisti, eccetera. Ma sono chiacchiere. Invece, dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare sulle cose che sappiamo che funzionano e che possiamo installare adesso in Italia. Siamo il paese del Sole, e quella è la fonte di energia che possiamo sfruttare. Per altri dettagli, potete dare un’occhiata al recente comunicato dell’associazione “Energia per l’Italia”.

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