L’annunciato decreto ministeriale sulla spending review da 250 milioni a carico degli enti locali parametrata ai fondi del Pnrr ricevuti, che ha fatto salire sulle barricate l’Anci e anche i sindaci di centrodestra, è destinato a rimanere in ghiacciaia fino a dopo le Europee. Come riporta Il Sole 24 Ore, infatti, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deciso di rinviare il passaggio in Conferenza Stato-Città del testo firmato da lui e dal titolare del Mef Giancarlo Giorgetti: non sarà esaminato nella riunione di giovedì, si va a dopo l’8 e 9 giugno. La decisione arriva dopo che il ministro per il Pnrr Raffaele Fitto ha promesso “confronto” con i sindaci, pur tentando di sostenere che i tagli alla spesa sociale sono esclusi. Lo stesso ha fatto oggi Piantedosi rispondendo al question time alla Camera. Entrambi fingono però di non sapere che i primi cittadini, alla prese con la necessità di garantire risparmi corposi, dovranno giocoforza usare le forbici anche sui servizi ai cittadini.

“Anche in queste ore assistiamo alla triste saga governativa dell’’approva, sospendi e rinvia‘ a dopo le elezioni, per provare a nascondere agli italiani un salasso destinato ad arrivare un minuto dopo essere usciti dall’urna elettorale”, commenta Pietro Lorefice (M5S), segretario dell’Ufficio di presidenza del Senato e componente della Commissione politiche Ue di palazzo Madama. “Prima il decreto ministeriale sul redditometro, pubblicato nottetempo in Gazzetta, poi categoricamente smentito, poi semplicemente rinviato a dopo le elezioni, con modifiche che comunque resusciteranno lo strumento. Adesso il decreto che attua gli sciagurati tagli ai Comuni inflitti dall’ultima Legge di bilancio. Parliamo di una valanga di tagli, più di 1 miliardo di euro in cinque anni, che secondo i dissennati criteri stabiliti dal Mef colpiranno di più quei Comuni che hanno ottenuto più fondi Pnrr. Parametro assurdo, come hanno fatto notare anche numerosi sindaci di Centrodestra, perché mischia perfidamente fondi per investimenti e fondi per le spese correnti. Si tratta peraltro di un criterio che penalizza il Sud, visto che qui i Comuni sono destinatari di incisive risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per colmare i divari”.

La segretaria Pd Elly Schlein a Tagadà su La7 ha aggiunto: “Questo è l’unico vero contenuto dalla campagna elettorale: che Meloni sta dicendo agli italiani che ‘la verità ve la diciamo dop0’. Solo dopo il voto si vedranno i tagli” che il governo “metterà in campo a partire da quelli ai comuni. “Tagli che si ripercuoteranno su territori già in difficoltà, realtà che senza un sostegno pubblico non ce la fanno”.

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd, a “Di martedì” su La 7 aveva attaccato: “Qualche giorno fa, si è ipotizzata la privatizzazione delle Poste, poi la Premier Meloni l’ha smentita, poi hanno tirato fuori il Redditometro e Meloni l’ha bloccato, infine hanno annunciato i tagli ai Comuni, legandoli ai fondi del Pnrr ricevuti dagli enti locali. Che cosa dimostra questa ricerca spasmodica di soldi? Che in questo momento nel bilancio dello Stato c’è un buco di 20 miliardi, perché hanno previsto una crescita nel 2024 dell’1,2% e invece la crescita reale è dello 0,6%. E quindi buttano polvere sotto il tappeto fino alle elezioni e poi quest’estate faranno una manovra correttiva lacrime e sangue”.

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