Moda e Stile

Cos’è il metodo “80/20” per sistemare gli armadi (ma anche tutta la casa): la regola d’oro della guru del riordino Marie Kondo

Dalle ville hollywoodiane ai monolocali, dagli armadi alla cameretta: la regola del 20% funziona in ogni spazio

di Simona Griggio
Cos’è il metodo “80/20” per sistemare gli armadi (ma anche tutta la casa): la regola d’oro della guru del riordino Marie Kondo

La regola aurea del rassettare e riordinare casa non è alienante e frustrante. Al contrario, è un beneficio della psiche: quasi una meditazione. Appartiene a quelle piccole azioni che hanno effetti grandi sulla mente. Profondi, rilassanti, quasi miracolosi. Non si tratta di fare le pulizie di Pasqua ma di riposizionare oggetti e indumenti scegliendo cosa tenere, cosa buttare, cosa ricollocare negli spazi della propria abitazione per cambiare prospettiva e visuale.

Come farlo però senza l’aiuto di Mary Poppins? Se siamo portati all’accumulo seriale di cose inutili e allo shopping compulsivo già solo il pensarlo può far venire attacchi di panico. Ma esiste la regola vincente. E’ quella dell’80/20 lanciata da Marie Kondo, la guru del riordino come processo interiore. Ideatrice del metodo KonMari, studiato per riordinare al meglio gli spazi abitativi allo scopo di migliorare la qualità della propria vita, e autrice del best seller “Magico potere del riordino”, libro bibbia per i disordinati fuori e dentro. Un vero vademecum per chi è alla deriva nell’anima e nel guardaroba.

Per Kondo, guarda caso giapponese, il riordino non è solo questione di funzionalità ma di benessere interiore. Pensiamo alla rabbia di non trovare quel capo adattissimo a un evento quando dobbiamo uscire di fretta e non lo troviamo fra centinaia di indumenti stipati nell’armadio. Pensiamo alla polvere che si deposita sulle palle di neve della zia, gli angioletti che ci hanno regalato a Natale, gli animaletti di Murano, i portacandele, le pile di libri. Se non abbiamo felini a buttare giù tutto il nostro sguardo non trova una superficie vuota nemmeno sulla cappa della cucina o sotto il letto. Cosa suggerisce allora la guru del rassettare? Un sistema infallibile: riempire all’80 per cento gli spazi e lasciare vuoto un 20 per cento. Ovunque. Dal bagno al salotto. Anche Clea Shearer e Joanna Teplin, le protagoniste della serie Netflix “The Home Edit: l’arte di organizzare la casa”, confermano. E se lo dicono loro che tra le clienti hanno Khloé Kardashian, sarà vero. Ma in cosa consiste esattamente questa regola dell’80/20? E’ molto semplice: prevedere sempre uno spazio libero su tutte superfici e negli armadi. Sembra una banalità ma gli effetti alla vista saranno rilassanti. Sarà come trovare una via di fuga dal caos. Uno spazio accogliente per le novità.

La regola di Kondo può essere applicata anche all’appartamento di una persona comune, non un vip miliardario con villa a più piani. Ma il dubbio è lecito. Se si ha poco spazio in casa è difficile contenere tutta la quantità di oggetti che servono, sia funzionali sia di valoro estetico. “Può essere applicata ovunque – afferma Kondo – adattata a tutti i tipi di spazi: armadi, dispense, camere da letto, camerette, bagni, corridoi”. Regalerà un risultato oltre le aspettative: la sensazione interiore di pace e sollievo. Lapalissiano. Se il riordino ha un effetto rilassante nelle abitazioni extra lusso delle celebrity di Hollywood, immaginiamo la resa che può avere nel bilocale della casa popolare di Baggio o nel monolocale di Tokyo. Gran parte dei tutorial che spopolano sui social infatti provengono da influencer delle grandi capitali asiatiche dove gli appartamenti sono davvero minuscoli. Anche noi europei, però, abbiamo diversi esempi da portare. Dalla scena cult del film “Il ragazzo di Campagna” (1984) con Renato Pozzetto in un monolocale milanese ricavato da un ripostiglio, realistica rispetto ai canoni di affitti di oggi nel capoluogo lombardo, fino alla casa-opera d’arte più stretta del mondo: la Keret House realizzata dall’architetto polacco Jakub Szczesny, incastrata tra due edifici di epoche diverse a Varsavia. Dove si possono toccare le pareti solo allungando le braccia.

Ovvio che l’ordine diventa fondamentale in questi casi. Vedere spazi non stipati di oggetti, però, rilassa comunque, anche quando si vive in una grande dimora. Kondo sostiene che lasciare quel 20 per cento di vuoto, cambi la prospettiva. Tutta una questione di equilibrio fra pieno e vuoto, un po’ come nel cibo. E fa un parallelismo con lo stomaco che non dovrebbe mai riempirsi come nelle grandi abbuffate delle feste. “Cosi come dopo un pranzo ci si sente meglio se non si è mangiato al limite della capienza del proprio stomaco, allo stesso modo si prova una sensazione di benessere se si lascia sgombro il 20 per cento dei propri spazi domestici”. sottolineano Shearer e Teplin che da tempo applicano la sua regola.

I benefici sono anche mentali, simili a quelli della meditazione. Marie Kondo con le sue pillole di saggezza orientale sulla vita quotidiana e domestica che l’hanno portata a essere acclamata in tutto il mondo con manuali, corsi e seminari, suggerisce di provare per credere. Protagonista di una serie Netflix, “Facciamo ordine con Marie Kondo”, ribadisce che la sua regola può essere applicata praticamente a tutti gli altri aspetti della nostra vita. Il fine: liberarsi del superfluo è un atto liberatorio, lasciare un margine per nuove entrate è sintomo di apertura. Quando farlo? Di tanto in tanto. Senza ripensamenti e pentimenti. Ma farlo noi, quindi non affidarlo a un soggetto esterno, acquisisce ancor più valore. E questo è il privilegio della non ricchezza. Alla faccia di Kardashian.

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