“È cominciato tutto come un gioco. Scommettevo, tanto, ma non sulla mia squadra o su di me. La noia mi ha rovinato la vita. Il centro della mia vita erano le scommesse, non più il calcio. Mi sentivo capovolto”. Nicolò Fagioli si è raccontato apertamente in un’intervista con Walter Veltroni per La Gazzetta dello Sport, tornando sul tema della dipendenza dalle scommesse che lo ha condannato a una squalifica di sette mesi. Tornato da poco in campo, il centrocampista bianconero ha voluto ripercorrere le tappe che l’hanno portato all’oblio. “Mi è dispiaciuto che certi giornali abbiano descritto me e Tonali come due demoni. Io ho fatto male solo a me stesso. Non ho truccato partite, non ho condizionato risultati. Mi facevo schifo, mi sentivo un cretino. Ma non potevo farne a meno”.

Toccare il fondo per chiedere aiuto: “Mi sentivo soffocato”
Fagioli riavvolge il nastro. Nel corso della partita tra Sassuolo e Juventus – della stagione 2022/2023 – il centrocampista bianconero viene sostituito in seguito a un errore in area di rigore che costa la sconfitta ai suoi. Fagioli scoppia in lacrime, ma i motivi sono altri. “Quando sono scoppiato a piangere, nella partita con il Sassuolo, non era solo per aver messo in difficoltà la mia squadra, ma perché in quel momento è scesa una cappa nera, tutto mi sembrava negativo, tutto scuro. Avevo sbagliato un pallone, ma il mio errore più grave era dentro di me. Il problema è che non ero più padrone di me stesso. Il gioco mi aveva divorato la vita, era diventato un assillo, un incubo“.

Una delle cause che ha portato Fagioli a rifugiarsi nel gioco è stata la noia. Assurdo pensarlo per un calciatore professionista, eppure è così. “Quando finiscono le 4-5 ore di allenamento, ti si spalanca il vuoto. Se non hai altri interessi, quell’abisso ti attira. Io mi annoiavo, sembra assurdo ma è così. Non ne ho mai parlato con nessuno perché mi vergognavo. Ho perso completamente il controllo di me stesso nel gennaio 2023. Giocavo male, mi allenavo peggio. La testa era altrove. Mi faceva schifo quello che stavo vivendo”. Durante questo percorso, molti compagni gli sono stati vicino, ma anche Allegri e la società (che ha comunque deciso di rinnovargli il contratto). Decisivo, ancora oggi, l’aiuto dello psicologo Jarre.

La dipendenza è stata o meglio, verrà mai sconfitta? Fagioli risponde così: “Non lo so, forse mai. So che io non ho smesso e non smetto di combatterla. Sarei un bugiardo se dicessi che non riaffiora, che non fa sentire ogni tanto il suo canto seducente. Ma ora lo domino pensando semplicemente a quanto male mi ha fatto. E so che non esiste ‘lo faccio una volta sola’ perché quella biscia ti avvinghia e non ti molla più. Penso ora che il gioco sia una cosa da sfigati“.

Il sogno Euro2024
Il ritorno in campo di Nicolò Fagioli è coinciso con la sua pre-convocazione a Euro2024: una scelta che ha fatto discutere, e non poco. Il centrocampista, ora, farà di tutto per essere nei 26: “Non me lo aspettavo ma ci speravo. Ora voglio dare la vita per essere nella lista per l’Europeo. Se non dovessi riuscirci, tiferò per gli azzurri“.

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