“Ho esitato a scriverlo, questo libro, ma poi ci ho messo l’anima”. Sono le parole di Gad Lerner alla presentazione genovese di Gaza – Odio e amore per Israele, uscito in questi giorni per Feltrinelli. “Vivo il disonore e la macchia sulla reputazione dei crimini di guerra compiuti contro la popolazione civile di Gaza – spiega – sento di dover dire la mia e sento che questo asserragliarsi delle comunità ebraiche nell’israelocentrismo, nell’idea cioè che l’identità ebraica si risolva per intero nella negazione dei secoli della diaspora e nell’’ebreo nuovo’, che sarebbe solo quello di Israele, è un errore che non fa i conti con il fatto che Israele ha mille volti”. Critica aspramente il governo di estrema destra di Netanyahu, i suoi recenti crimini di guerra e l’ideologia della pulizia etnica portata avanti dai fanatici che strumentalizzano la religione, eppure non rinuncia alla sua identità: “Non voglio rientrare nella categoria dell’’ebreo buono’, che in qualche modo presuppone che gli altri siano tutti cattivi, e alimenta l’antico pregiudizio del ‘perfido giudeo’”. Nel libro Gad Lerner si misura con il fanatismo identitario che ha contagiato i due popoli in guerra; da ebreo per il quale “Israele ha significato salvezza”, fa i conti con quello che definisce “esclusivismo e tribalismo” della destra sionista. A partire dal massacro del 7 ottobre a dalla successiva guerra contro i civili a Gaza, Lerner analizza le spaccature della società israeliana, il rinchiudersi in sé stesse delle comunità ebraiche della diaspora che lanciano accuse di antisemitismo a chi solidarizza con i palestinesi, in un libro che smonta e diserta gli “stereotipi delle opposte fazioni, preludio di ogni guerra”.

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