Da settimane il governo festeggia il record del tasso di occupazione: 62,1%, mai così alta in Italia. Nonostante l’economia stagnante, i dati relativi alle nuove assunzioni sembrano andare in direzione opposta. Ma di che tipo di occupazione stiamo parlando? I dati mostrano un’altissima incidenza di irregolarità in quasi tutti i settori e la situazione si deteriora di anno in anno.

Viene in aiuto l’ultimo rapporto annuale di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Nota a margine: il documento è sul sito dell’Inl dallo scorso 26 aprile, ma per il secondo anno di fila non è stata diramata alcuna comunicazione sulla sua presentazione, a differenza che negli anni passati. Non solo: ilfattoquotidiano.it ha dovuto mettere a punto di suo pugno la classifica dei settori e delle Regioni con più irregolarità, visto che dall’Ispettorato sono arrivate risposte parziali ai chiarimenti su dati e tabelle mancanti. Quanto al merito, rispetto al 2022 il peggioramento è netto. Soprattutto nel settore del turismo e della ristorazione, proprio quello che da anni ormai si lamenta di più su giornali e in tv di non riuscire a trovare personale: dati alla mano, si rileva un’incidenza di irregolarità ampiamente oltre l’80% in svariati territori come Lazio, Campania, Puglia e Marche e addirittura oltre il 92% in Sicilia.

Nel 2023 gli accessi ispettivi del personale Inl, Inps e Inail sono stati pari a 111.281, +11% rispetto all’anno precedente (pari a 100.192) a fronte di un aumento di personale in forza per i controlli di circa il 19% (4.768 unità rispetto alle 3983 del 2022). Nell’ambito di queste ispezioni sono stati accertati illeciti in 59.445 aziende, con un tasso di irregolarità pari al 74%, in aumento di 2 punti percentuali rispetto all’incidenza del 2022 (72%). Il che, tradotto, significa che su 10 attività controllate, oltre 7 non risultavano in regola. In totale sono stati recuperati 1,2 miliardi di contributi e premi evasi, contro 1.153.000.000 del 2022.

Per quanto riguarda la sola vigilanza Lavoro, cioè ispezioni in materia di lavoro e legislazione sociale effettuate dall’Ispettorato, nel giro di un anno l’incidenza di irregolarità è salita al 70% dal 67% riscontrato nel 2022. Dell’84% invece l’incidenza di irregolarità per quanto riguarda la vigilanza previdenziale, 94% per quella relativa all’assicurativa mentre 85% è quella in materia di salute e sicurezza, in aumento rispetto all’82,5% del 2022, per un totale di 20.755 ispezioni di vigilanza tecnica effettuate nel 2023 rispetto alle 17.035 del 2022.

Aumenta anche il numero di lavoratori in nero: 16.744 di cui 970 sprovvisti di regolare permesso di soggiorno (+12% rispetto al 2022). Il conto delle vittime del reato di caporalato e sfruttamento del lavoro esplode poi del 205% rispetto all’anno precedente: 3.208 lavoratori contro i 1.051 del 2022.

Leggermente inferiore l’incidenza di irregolarità al Nord rispetto a Sud e Centro, ma i dati si attestano più o meno sullo stesso livello. Per quanto riguarda il turismo e la ristorazione, le percentuali di irregolarità altissime: 71,2% al Nord, 79,6% al Centro e 78,9% al Sud per un’incidenza media pari al 77,3%, che consente al settore di trattenere saldamente in mano il primato di settore più irregolare a livello nazionale (76,6% il dato del 2022).

Pessimi gli indici anche per quanto riguarda il commercio al dettaglio, le costruzioni, trasporto e magazzinaggio e sanità e assistenza sociale. Tutti al di sopra del 70%. Il settore dell’autotrasporto, stavolta rilevato separatamente rispetto alla vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, presenta invece un indice di irregolarità superiore all’80% (80,8%).

La Regione che presenta il tasso di irregolarità maggiore è la Sicilia con l’82,8% di incidenza di irregolarità. Seguono le Marche con l’81,5% e il Molise con l’80,8%. Prendendo a riferimento i dati del rapporto annuale 2021, che segnalava un totale di 117.608 ispezioni per un’incidenza di irregolarità complessiva (Inl, Inps e Inail) del 69% e del 62% per quanto riguarda la sola vigilanza lavoro, il peggioramento degli indici e delle condizioni è evidente. Ancora di più se si considerano i dati del 2019 quando, a fronte di una forza ispettiva di dimensioni inferiori (4.252 unità complessive contro le 4.768 del 2023), si fecero 159.805 ispezioni e accertamenti totali per un’incidenza di irregolarità totale del 72% e del 68% dal punto di vista della sola vigilanza lavoro accertata dall’INL. Insomma, indubbio il record di occupazione per il governo Meloni. Ma la domanda è: a quale prezzo?

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