Ilaria Salis, l’insegnante lombarda detenuta in Ungheria da oltre tredici mesi e recentemente posta agli arresti domiciliari a Budapest, è sotto minaccia. L’indirizzo dove si trova ai domiciliari è stato “pubblicato su un sito di estrema destra ungherese” con “la dedica speciale e l’offerta di una ‘cosina gradita‘”, secondo quanto denunciato dai Giuristi Democratici, designati osservatori internazionali al processo in corso. Il 24 maggio, durante un’udienza, il giudice Jozsef Sos aveva infatti letto ad alta voce l’indirizzo di Salis, rendendo pubblica una informazione che doveva rimanere segreta. Subito dopo, Sos ha ordinato ai presenti di non divulgarlo, ma ormai la sicurezza di Salis e della famiglia italiana che la ospita era stata compromessa. “Un effetto prevedibile e previsto, che rende di una gravità inaudita quanto avvenuto in aula”, hanno denunciato i Giuristi democratici.
Nella loro lettera aperta alle istituzioni e alle rappresentanze diplomatiche italiane in Ungheria, i Giuristi Democratici sottolineano che “l’incolumità di Ilaria Salis è una priorità che tutte e tutti dobbiamo necessariamente mettere all’attenzione pubblica e delle autorità competenti”. E chiedono che le autorità italiane intervengano tempestivamente per garantire la dignità e l’incolumità di Salis, “già duramente colpita da trattamenti inumani e degradanti statuali ed oggi esposta dalla stessa autorità giudiziaria al pericolo di essere oggetto di altri trattamenti lesivi e degradanti ad opera di militanti neonazisti”.
“Nella speranza – continua la lettera – che possa uscire da questo incubo e da quel paese nel minor tempo possibile, tornando nell’Europa degna di questo nome, perché eletta nel Parlamento Europeo, a cui è stata candidata da Alleanza Verdi Sinistra, e comunque in esecuzione della Decisione Quadro del Consiglio d’Europa per l’applicazione delle misure alternative alla detenzione nel paese d’origine dei cittadini Ue”, concludono i Giuristi Democratici.
Salis è stata arrestata l’11 febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito militanti di estrema destra. Dopo 15 mesi di carcere, ha ottenuto di poter scontare gli arresti domiciliari. La prossima udienza del suo processo è fissata per il 6 settembre. Roberto Salis, il padre, ha dichiarato: “Se venisse eletta, Ilaria farebbe dei diritti umani il motivo della sua presenza nel Parlamento europeo. Ha una grande determinazione. Studia con facilità e potrebbe essere utile a Strasburgo. Sono certo che se venisse eletta si batterebbe sui temi delle migrazioni, delle carceri e dei diritti umani”.
SEIF S.p.A. C.F. e P.IVA 10460121006 © 2009-2024 Il Fatto Quotidiano