Calcio

Maresca, l’italiano d’Inghilterra che ha stregato il Chelsea: perché il maxi-contratto e cosa può portare al club

Non è Guardiola, ma il Chelsea lo tratta (quasi) come tale. D’altra parte Enzo Maresca di Pep è stato allievo e adesso che sarà il nuovo allenatore dei blues, sfiderà proprio il suo maestro ancora alla guida del Manchester City. Un po’ come Arteta dell’Arsenal, si può pensare: il Chelsea punta proprio a questo percorso, convinto dalla bontà del lavoro fatto dall’ormai ex guida del Leicester, fresco di promozione in Premier League. Come si capisce? Da due elementi: il pagamento della maxi clausola e un contratto che a pochi altri verrebbe garantito.

I dettagli dell’accordo Maresca-Chelsea
Pochi dettagli da sistemare, ma nessun dubbio: Maresca ripartirà dal Chelsea, che al Leicester pagherà 12 milioni di euro di indennizzo. Un acquisto di media fascia per un club italiano, un’inezia per il club di Boehly che in due anni ha speso più di un miliardo di euro (un miliardo…) per il calciomercato. E all’allenatore? Al di là della cifra, molto alta, è la durata a impressionare: sei anni di contratto, con scadenza fissata quindi al 2030. Una rarità nel mondo del calcio, con l’idea di aprire una progettualità e dare una fiducia quasi incondizionata all’allenatore che in Italia non ha fatto bene (esonerato con il Parma in Serie B dopo pochi mesi) ma che in Inghilterra sembra invece trovarsi molto a suo agio.

La storia di Maresca in Inghilterra
Anche perché quando era arrivato lo scorso anno per risollevare le sorti del Leicester decaduto, in molti erano curiosi di capire se sarebbe potuto diventare l’erede di Ranieri. Così, in qualche modo, è stato: impronta di gioco chiara, tanti punti (97), divertimento. Ma la sua storia inglese parte da lontano: a 18 anni la prima esperienza da giocatore al West Bromwich, poi l’esperienza da vice di Pellegrini al West Ham e la crescita costante con Guardiola, sia nello staff, sia come allenatore della selezione giovanile dei Citizens. Un’esperienza che gli ha trasmesso tanto.

Il modulo preferito è un mantra: difesa a 4 e fantasia. E poi c’è l’intensità, quella che a Leicester non è mai mancata e che ora il Chelsea chiede dopo la gestione molto difficile di Pochettino. L’idea è quella di portare una ventata di aria fresca, sperando che l’esperienza possa essere migliore rispetto a quella di Potter, che due anni fa sembrava una rivelazione con il Brighton (poi passato a De Zerbi). E a proposito della sua gavetta, c’è un aneddoto particolare che lo lega a quando ancora era giocatore.

L’episodio degli spogliatoi
Proprio nel West Bromwich, quando pioveva forte, lui e i suoi compagni si ritrovavano costretti a fare il riscaldamento dentro gli spogliatoi per non andare a peggiorare troppo le condizioni di un campo già precarie. Erano altri tempi: si parla del 1998 e l’Inghilterra, comunque molto competitiva, doveva ancora fare un salto in avanti per diventare il campionato che è oggi. Maresca ricorda spesso questo ai suoi giocatori per far capire da dove è partito e dove si può arrivare. Il Leicester in Premier l’ha riportato con entusiasmo. Ora tocca al Chelsea, una delle sfide più difficili di tutte: i soldi non saranno un problema; forse può esserlo il tempo. Ma con sei anni di contratto avrà modo di ambientarsi.