“Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Giorgia Meloni ha usato un aggettivo che tante altre volte ha omesso per celebrare alla Camera il centenario dell’ultimo discorso di Giacomo Matteotti, il deputato socialista assassinato nel 1924 dopo aver denunciato, proprio a Montecitorio, i soprusi del nascente regime di Benito Mussolini. “Onorare il suo ricordo”, ha affermato la premier, “è fondamentale per ricordarci ogni giorno il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no. La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico”, dice.

In Aula per le celebrazioni anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, il presidente del Senato Ignazio La Russa e la nipote di Matteotti, Laura. A Montecitorio, l’attore Alessandro Preziosi ha letto un passaggio del discorso del 1924 parlando dallo scranno del deputato socialista, che da oggi, come ha annunciato il presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, non sarà mai più occupato e su cui è stata posta una targa. In apertura di seduta anche lo stesso Fontana ha ricordato “uno dei padri della nostra democrazia, vittima dello squadrismo fascista”: “La sua morte non è stata vana, egli resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile dei nostri giovani. Possa la nostra democrazia crescere e svilupparsi sempre di più nella sua memoria”, ha detto.

Per l’occasione è tornato in Parlamento anche l’ex presidente della Camera, Luciano Violante, che ha raccontato l’impegno parlamentare di Matteotti. “Il suo coraggio sta non solo nella forza della denuncia ma nel sottolineare il rapporto che intercorre tra opposizione e presenza in Parlamento – ha spiegato – A noi si pone una domanda: questo Parlamento è quello che Matteotti pensava dovesse essere? Vedete, fuori dai casi dell’avvento di dittature, i Parlamenti muoiono per suicidio, non per omicidio”. Sottolineando che “ciascuna dittatura è diversa”, Violante ha evidenziato come in realtà tutte abbiano un punto in comune “non tollerano i Parlamenti” e che la tragica storia di Matteotti, “insegna che le democrazie incapaci di decidere aprono le porte all’autoritarismo”.

A pochi metri di distanza dallo scranno da cui Matteotti recitò il celebre discorso, e a pochi metri dalle più alte carico dello Stato, la nipote del politico, Laura Matteotti, ha parlato con soddisfazione della cerimonia, soprattutto per quanto riguarda la lettura del discorso da parte di Preziosi. Parlando con l’Ansa, Matteotti ha anche ricordato che il 10 giugno sarà l’anniversario dell’uccisione del nonno, dicendo che si aspetta altri segnali da parte della politica. “Se mi aspetto un’altra opera o la presenza del governo in quel giorno? Mi piacerebbe molto se ci fosse un altro segnale, se ci fossero più segnali”.

Elena Matteotti, altra nipote del politico, ha espresso invece il desiderio di poter incontrare la premier Meloni dopo le parole espresse oggi alla Camera. “Sarebbe l’occasione di un confronto civile e umano per avere conferme sulla posizione espressa oggi”, ha continuato, auspicando anche lei la partecipazione degli esponenti del governo e della premier alla commemorazione che si terrà per ricordare l’anniversario della morte del nonno.

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