Due leader donne a capo dei principali partiti italiani e proprio sulle questioni femminili si accende l’ultimo scontro – anche elettorale, evidentemente – tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein. Al centro il caso De Luca, o meglio gli strascichi alla plateale polemica della premier durante una stretta di mano con il presidente della Campania: “Sono la stronza della Meloni” ha scandito la capa del governo a favore di telecamere. Il giorno dopo, poi, De Luca ha rilanciato in modo sarcastico: “Ha comunicato sua nuova e vera identità con raffinata eleganza”. Ed è su questo che Meloni ha attaccato Schlein. “La sinistra italiana ora si straccia le vesti perché mi sono difesa. Credo che si debba vergognare” dice la premier. E attacca frontalmente Schlein: “Mi spiace che Elly Schlein abbia perso ancora l’occasione di dimostrare di essere il cambiamento che aveva promesso”. “Continuo a tifare che Schlein tiri fuori il coraggio che la gente si attende da lei come leader e donna – aggiunge – In quello che è accaduto ieri c’è anche una questione femminile: De Luca non le manda a dire, il messaggio è che i bulli sono deboli, sono bravi a fare i gradassi dietro le spalle. È finito il tempo in cui le donne devono subire. Mi aspetto di sentire prima o poi anche una parola dalle femministe”. La segretaria non raccoglie il tema specifica ma contrattacca partendo proprio dalle parole della presidente del Consiglio: “Meloni si rivolge a me dicendo ‘finito il tempo in cui le donne devono subire’. Come non essere d’accordo – dice -. Peccato che le donne subiscano ogni giorno le scelte del suo governo e della sua maggioranza. Come quella di far entrare gli antiabortisti nei consultori a fare pressioni violente sulle donne e le ragazze che vogliono accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Come i tagli che lei sta facendo sulle pensioni delle donne, sulla sanità pubblica e sul welfare che sa benissimo che vuol dire lasciare il carico di cura sulle spalle delle famiglie e soprattutto sulle spalle delle donne, frenandole nel lavoro e nell’impresa. Le donne che subiscono ogni giorno discriminazione di genere non se ne fanno nulla delle sue ripicche personali”.

In mezzo rimane il governatore della Campania che, per dire il vero, ha avuto battibecchi con entrambe negli ultimi anni. “L’oltraggio vero – ha ribadito ieri il presidente -, che non è stato colto dall’opinione pubblica in Italia, quello commesso dalla Meloni contro 550 sindaci campani il 16 febbraio a Roma”. In quella occasione, ricorda, alla manifestazione dei sindaci, i primi cittadini furono “intimiditi, controllati all’uscita dell’autostrada a Roma, sui pullman che erano diretti a piazza Santi Apostoli, spintonati, bloccati a via del Corso, offesi, oltraggiati dalla Meloni con un comunicato ufficiale. L’unico insulto che c’è stato nella vita politica di questo Paese è quel comunicato della Meloni che offendeva 550 sindaci che erano a Roma per protestare contro il blocco delle risorse e che combattevano per aprire i cantieri e creare lavoro”.

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