Partenza in salita per la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, in scadenza il prossimo 30 giugno. In ballo ci sono le condizioni salariali di circa 1,5 milioni di lavoratrici e lavoratori italiani. Nel primo incontro che si è svolto nella sede romana di Confindustria si sono rivelate “distanti” le posizioni di Fim, Fiom e Uilm da una parte, e di Federmeccanica e Assistal dall’altra.

L’ipotesi di piattaforma triennale dei sindacati confederali – approvata dal 98% dei lavoratori – chiede un aumento di 280 euro mensili sui minimi contrattuali per l’ex 5° livello. È stato anche proposto l’avvio di una fase di sperimentazione per una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, a parità di salario. Le altre richieste dei sindacati riguardano la lotta alla precarietà e la riduzione della catena degli appalti e dei subappalti.

Ma è sul tema dell’aumento in busta paga – ipotesi definita “lontana” dalla controparte – che si preannuncia una trattativa difficile già nel prossimo incontro di approfondimento fissato per il 18 giugno a cui seguiranno altri tre tavoli già fissati per il 27 giugno, l’11 e il 26 luglio. “Abbiamo registrato una distanza siderale tra la nostra piattaforma rivendicativa e le prime considerazioni datoriali”, ha spiegato il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma. Il quale ha giustificato la richiesta di aumento salariale con “l’inflazione” che “sta divorando i salari” di lavoratrici e lavoratori.

“La piattaforma è costruita dentro un sistema di relazioni industriali che possono rispondere positivamente alla nostra richiesta di 280 euro mensili”, ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, confidando che “ci siano le condizioni per poter superare le distanze”. Per Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, la richiesta di aumento “è in linea con la richiesta fatta nella piattaforma del rinnovo del contratto precedente”. Il leader dei metalmeccanici Uil ha aggiunto: “Siamo pronti ad affrontare la trattativa senza pregiudiziali consapevoli della delicatezza del momento e delle difficoltà che attraversano le aziende e i lavoratori”.

Proprio sulle difficoltà affrontate dalle aziende associate ha puntato l’attenzione Federmeccanica, secondo cui è “necessario confrontarsi con la realtà”, in particolare con lo stato del comparto. Un settore, ha detto il presidente dell’associazione Federico Visentin, “composto da tante imprese con una ridotta profittabilità, produttività stagnante e produzione industriale praticamente ferma o in calo”. Inoltre, per Federmeccanica, gli adeguamenti retributivi dei minimi di garanzia riconosciuti nell’attuale contratto già “non hanno precedenti e eguali”.

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