“Con la posizione del segretario Nato Jens Stoltenberg sulle armi, per autorizzare l’Ucraina ad attaccare in Russia con armi consegnate dai paesi occidentali (sulla quale si è allineato il presidente francese Emmanuel Macron), c’è il rischio di un’ulteriore escalation in Ucraina? Mi preoccupa molto l’escalation che c’è da tutte e due le parti, perché temo l’incidente. Quando crescono le tensioni, ho paura che possa scappare qualche incidente, di cui non abbiamo bisogno”. A sottolinearlo, alle telecamere del Fattoquotidiano.it, l’ex presidente del Consiglio e della commissione Ue Romano Prodi, a margine della presentazione al Maxxi di Roma del libro “Nelle vene di Bruxelles“, edito da Solferino, di Paolo Valentino, a lungo inviato e corrispondente del «Corriere della Sera» in Europa.
“Penso che sia arrivato il momento di rimettere in discussione alcune delle restrizioni” riguardanti l’uso delle armi occidentali da parte di Kiev “per consentire agli ucraini di difendersi”, è tornato intanto a ribadire il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, da Praga, dove è in programma la riunione informale dei ministri degli Esteri Nato. Una linea, quella di Stoltenberg, che dopo il via libera francese, aumenta i consensi, mentre resistono paesi come Italia, Spagna e Belgio. “Abbiamo davvero bisogno di una chiusura di questa guerra in Ucraina, ma soltanto un accordo tra americani e cinesi può porre fine a questo dramma”, ha continuato Prodi. Secondo cui, “se l’Unione europea avesse avuto un esercito comune, Vladimir Putin non avrebbe attaccato”.
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