Politica

Reddito, Meloni: “Chi non vuole lavorare non pretenda il mantenimento”. Schlein: “Per lei la povertà è una colpa, per noi un problema”

Una, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sostiene che solo il 12% di coloro che percepivano il reddito di cittadinanza e potevano lavorare si sono iscritti alla piattaforma per i corsi di formazione e trovare lavoro. E quindi, insomma, è probabile che molti ex percettori non stessero cercando lavoro: “Solo che se non vuoi lavorare non puoi neanche pretendere di essere mantenuto con i soldi di chi lavora duramente tutta la settimana”. L’altra, Elly Schlein, la definisce “senza ritegno” per le argomentazioni sul tema: “Per lei la povertà è una colpa, per noi è un problema sociale”, ha sintetizzato la segretaria del Pd. A poco più di una settimana dal voto per le Europee, sono la lotta alla povertà e il sostegno a chi non ha un lavoro a incendiare lo scontro tra le leader dei due principali partiti.

La scintilla sono le dichiarazioni della presidente del Consiglio, ospite di Dritto e Rovescio, su Rete4: “Per chi percepiva il reddito di cittadinanza ed è in grado di lavorare abbiamo messo in piedi una piattaforma che consente di fare un corso di formazione che consenta loro di trovare lavoro. Su quella piattaforma sono caricate circa 228mila proposte di lavoro e circa 526mila posti di corsi di formazione. Tra chi percepiva il reddito di cittadinanza e avrebbe potuto lavorare, si sono iscritti circa il 12%”, ha sostenuto.

Quindi ha iniziato a esplorare i possibili scenari: “È possibile che molte di queste persone abbiano autonomamente trovato lavoro, che quando abbiamo annunciato che avremmo tolto il reddito di cittadinanza si siano organizzate in un’altra maniera. Ma – ha notato Meloni – è possibile anche che alcune di queste persone non stessero cercando lavoro. Il che è perfettamente legittimo, solo che se non vuoi lavorare non puoi neanche pretendere di essere mantenuto con i soldi di chi lavora duramente tutta la settimana”.

Le sue parole hanno portato la segretaria del Pd a una risposta immediata e forte: “Giorgia Meloni è senza ritegno. Ha abolito il reddito di cittadinanza per rendere l’Italia l’unico Paese d’Europa che non avrà uno strumento universale contro la povertà, quando Istat dice che la povertà assoluta tocca un italiano su dieci, il picco degli ultimi dieci anni. Non io, ma l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha spiegato che rimarranno senza sostegno 400mila famiglie. Uno studio di Banca d’Italia parla addirittura di quasi un milione di famiglie che verranno lasciate senza nessun aiuto dal governo Meloni”, la replica secca.

Ma l’attacco è continuato: “Potevamo migliorarlo insieme – ha aggiunto Schlein – ma hanno deciso di smantellarlo, riducendo le risorse e discriminando l’accesso. Dall’alto della sua poltrona a Palazzo Chigi Meloni ha l’arroganza di voler decidere chi è povero e chi no secondo criteri surreali: la povertà non dipende dalla tua età o da com’è fatta la tua famiglia. Ho incontrato persone che hanno perso il sostegno e hanno 58 anni senza più figli a carico e non sanno come comprare da mangiare, i corsi di formazione non sono partiti e lavoro non ne trovano”. Per la destra, ha concluso, la povertà è “una colpa individuale, per noi è un grave problema sociale dovuto a politiche che dobbiamo cambiare”. Quindi, rivolgendosi direttamente a Meloni: “Cara Presidente del Consiglio, non sono tanto le bugie della sua propaganda a stupire, quanto l’assenza di qualsiasi sensibilità verso l’Italia che fa più fatica. Non si scherza sulla pelle della povera gente.”