Si è battuto nel recente passato per la depenalizzazione dei reati legati all’attività venatoria, è da sempre a favore della caccia in deroga e a Bruxelles – come in Italia – si è speso affinché sparare alla fauna selvatica sia il più possibile libero da restrizioni e vincoli. È forse per queste – e altre – ragioni che Sergio Berlato riscuote grande simpatia nel mondo venatorio e che alle scorse elezioni europee ha raccolto migliaia di preferenze, tanto che ora Giorgia Meloni, nella circoscrizione Nord-Est, lo ha messo al primo posto (se si esclude il nome “di facciata” della stessa presidente del Consiglio). A pochi giorni dal voto il nome di Berlato è comparso nelle immagini elettorali (i cosiddetti santini) sotto le foto di diverse specie di fauna selvatica. Lui, che è cacciatore, e che dopo le polemiche sulla gara di tiro alla quaglia nel Bolognese – da lui sponsorizzata – ha risposto che non è vero che gli animali non gli piacciono. “Mi piacciono molto” ha scritto su Facebook, “soprattutto se sono ben cotti“. Il problema dei santini, però, è che sono presenti ben 22 specie di volatili protetti, cioè non cacciabili. Il messaggio (sempre rivolto al mondo venatorio) è chiaro: si tornerà a sparare come 50 anni fa, con le deroghe, oppure depenalizzando l’abbattimento di specie protette (casualmente, il suo disegno di legge).

Le immagini non sono state diffuse direttamente dall’europarlamentare ma dall’associazione venatoria di cui è stato presidente fino a ieri – Confavi – e da Acr (Associazione per la cultura rurale) di cui è tuttora presidente. Una manovra fatta a sua insaputa? Impossibile sostenerlo, dal momento che – guarda caso – entrambe le associazioni lo stanno sostenendo durante la campagna elettorale (come fatto alla fiera delle armi di Verona). “Il fatto che un’associazione venatoria faccia esplicita e costante campagna elettorale per quello che è stato il suo presidente non è solo un fatto singolare ma la prova che tra il mondo venatorio e la politica più che una vicinanza spesso esiste una totale sovrapposizione” dice Domenico Aiello, avvocato e responsabile tutela giuridica della natura per il Wwf. “La conseguenza non può che essere un impoverimento del dibattito: questioni complesse e di interesse generale come la tutela della nostra biodiversità vengono trattate in maniera parziale e superficiale, strumentalizzate e piegate per rispondere a esigenze diverse dal bene comune di cui la politica dovrebbe occuparsi. In questo quadro, noi cittadini, piuttosto che conoscere idee e programmi, siamo costretti a leggere battute di pessimo gusto più consone al circolo ‘il ritrovo del cacciatore’ che a un dibattito sul futuro del nostro continente”.

Sulla vicenda è arrivato il commento anche di Oipa, l’associazione che si è battuta affinché la manifestazione di Padulle di Sala Bolognese venisse cancellata: “Berlato, da esponente vicino al mondo venatorio e noto per essere stato punto di riferimento per la ‘galassia no-vax’, ha pensato bene d’inserire le immagini di specie di animali più o meno comuni, più o meno protetti, nei suoi santini elettorali. Così pensa di carezzare la ‘pancia’ del suo elettorato di riferimento, senza considerare che la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica vorrebbe l’abolizione della caccia e senza considerare la sempre maggiore sensibilità degli elettori riguardante il tema della tutela degli animali. Da ultimo, senza considerare che l’articolo 9 della Costituzione, entrato in vigore nel marzo del 2022, tutela gli animali e la biodiversità. Berlato sembra di guardare indietro, invece che avanti”.

Per completezza, ecco di seguito le 22 specie protette che compaiono nei santini di Berlato: passera mattugia, merlo dal collare, merlo acquaiolo, martin pescatore, gallo cedrone, fringuello, francolino di monte, fanello, cutrettola, culbianco, ciuffolotto, codirosso, cinciallegra, cardellino, calandro, beccofrosone, ballerina bianca, balia nera, peppola, prispolone, saltimpalo, tordela.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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