Decine di mezzi militari di Pechino attorno a Taiwan. Il ministero della Difesa di Taipei ha riferito di aver rilevato nelle 24 ore alle 6.00 locali (mezzanotte in Italia) 38 aerei e 7 navi da guerra cinesi intorno all’isola, nonché 4 unità della guardia costiera, sempre più integrate nelle attività di pressione su quella che i cinesi ritengono una provincia ribelle. In totale, si legge in una nota, 28 jet hanno attraversato la linea mediana finendo “nella zona di riconoscimento di difesa aerea (Adiz) settentrionale e sudoccidentale”. Le forze armate di Taipei, di fronte all’impennata delle operazioni militari cinesi, hanno “monitorato la situazione e risposto di conseguenza”.

Il 23 maggio la Cina aveva avviato una due giorni di esercitazioni con navi della marina e aerei militari “attorno” all’isola. Le manovre, aveva specificato il portavoce militare cinese Li Xi, prevedevano “il pattugliamento di navi e aerei che si avvicinano alle aree intorno all’isola e operazioni integrate all’interno e all’esterno della catena di isole per testare le reali capacità di combattimento congiunte delle forze del comando”. Pechino aveva specificato che la mossa, che arrivava tre giorni dopo l’insediamento del nuovo presidente Lai Ching-te (William Lai), era una “severa punizione” contro le forze “indipendentiste” dell’isola. La Cina rivendica Taiwan come parte del suo territorio e ha bollato Lai come un “pericoloso separatista” che porterà “guerra e declino” nell’isola.

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