È stata catturata in Pakistan Nazia Shaheen, 51enne, madre di Saman Abbas. A dicembre 2023 la donna era stata condannata all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia per l’omicidio della figlia 18enne. Shaheen era latitante dal 1° maggio 2021, il giorno dopo il delitto, quando era tornata in patria insieme al marito Shabbar Abbas. Su di lei pendeva un mandato di cattura internazionale. A quanto si apprende, è stata individuata in un villaggio ai confini con il Kashmir, tramite attività di indagine poste in collaborazione con Interpol e la Polizia Federale pachistana.

Saman Abbas, 18 anni, era stata uccisa la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara, il paese del Reggiano dove viveva con i genitori, il fratello minore e altri familiari. Alcuni mesi dopo il padre era stato già individuato in Pakistan, arrestato ed estradato in Italia, dove ha preso parte al processo. La madre, invece, finora era sfuggita alla cattura. Ma gli inquirenti di Reggio Emilia, coordinati dal procuratore capo Gaetano Paci, non avevano mai smesso di cercarla, mantenendo costanti i contatti con l’Interpol e le autorità pakistane.

Nazia Shaeem ora comparirà davanti ai giudici di Islamabad per dare il via all’iter di estradizione. Per il marito la procedura era durata alcuni mesi, tra continui rinvii delle udienze. Ma questa volta i tempi dovrebbero essere più veloci, in quanto si tratta di consegnare una persona già condannata in tribunale per aver ucciso la figlia. Il mese scorso la Corte di assise ha pubblicato le motivazioni della sentenza emessa a dicembre, in cui non si esclude che proprio la madre sia stata l’esecutrice materiale del delitto. L’uccisione non è avvenuta soltanto per il rifiuto della 18enne a un matrimonio forzato, come si credeva inizialmente, ma perché la giovane voleva andarsene di casa col fidanzato.

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