“Voglio respingere qui e smentire l’interpretazione che esporre la bandiera del popolo palestinese rappresenti oggi un sostegno ai terroristi e un gesto antisemita. È veramente una cosa falsa che va rigettata e respinta. Devo dire, dai tanti messaggi di solidarietà e di sostegno dei cittadini bolognesi, italiani e di tante realtà non mi sento toccato per niente da questa interpretazione, che è strumentale e anche molto violenta nei nostri confronti”. Lo ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, parlando in Consiglio comunale della decisione di esporre la bandiera palestinese da una finestra di palazzo d’Accursio e rispondendo alle critiche di opposizioni e comunità ebraiche.
Lepore ha confermato l’intenzione di voler continuare il dialogo col presidente della Comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz: “Ma evitiamo di accusare l’amministrazione comunale e la città di Bologna di essere al fianco dei terroristi solo perché abbiamo un’opinione e vogliamo aprire uno squarcio nel silenzio che ci si chiede di rispettare: chiederci di stare in silenzio significa chiederci di accettare un massacro”. Lepore ha ricordato come fuori dal palazzo comunale sia stata esposta la bandiera ucraina e il suo impegno per non far proiettare un film di propaganda russa in una casa di quartiere: “In quel caso prendevo parte, non esponevo due bandiere”. Per il sindaco “l’equidistanza che ci viene richiesta da più parti da mesi, se non da anni, non farebbe che essere un sinonimo dell’accettazione dello stato di fatto, cioè che la distruzione, la guerra, le bombe e l’uccisione di civili inermi sulla Striscia di Gaza, a Rafah e in generale nel territorio dove vivono i palestinesi proseguirebbe”.

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