Mercoledí scorso il governo britannico ha introdotto nuove norme per “limitare la prescrizione e la fornitura di ormoni che sopprimono la pubertà, noti come “bloccanti della pubertà”, ai bambini e ai giovani di età inferiore ai 18 anni in Inghilterra, Galles e Scozia”. Le nuove restrizioni si applicano ai farmaci che consistono di, o contengono, buserelina, gonadorelina, goserelina, leuprorelina acetato, nafarelina o triptorelina.

Si tratta di una misura temporanea, in vigore dal 3 giugno al 3 settembre 2024, applicabile a prescrizioni emesse da medici privati nel Regno Unito, nello spazio economico europeo (SEE) o in Svizzera. Le norme mettono di fatto fuori legge ogni nuova prescrizione di farmaci ritardanti della pubertà in minori che sperimentino disforia o incongruenza di genere, ma non si applicano ai minori già in cura, se la prescrizione è rilasciata da un medico del Regno Unito con le stesse indicazioni.

L’estensione del bando ai fornitori privati segue di poche settimane la decisione di vietare, a tempo indeterminato, l’erogazione di questi farmaci nel servizio pubblico, con l’eccezione di studi clinici, come raccomandato nel rapporto Cass, affidato alla pediatra Hillary Cass e pubblicato fra molte polemiche il 10 aprile scorso. Il rapporto, risultato di 4 anni di ricerche di esperti dell’Università di York, è lo studio finora più completo sui servizi per l’identità di genere per minori, ed è stato commissionato nel 2020 da NHS England “per formulare raccomandazioni su come migliorare i servizi di identità di genere del NHS e garantire che i bambini e i giovani che mettono in discussione la loro identità di genere o che sperimentano disforia di genere ricevano un’assistenza di alto livello, che soddisfi le loro esigenze, sia sicura, olistica ed efficace”.

È, più correttamente, una revisione dei servizi offerti. Le sue conclusioni sono molto critiche rispetto all’approccio finora prevalente, in particolare nella clinica londinese Tavistock specializzata in trattamento dell’incongruenza di genere. La revisione della letteratura scientifica sui trattamenti medici utilizzati sui minori, secondo gli estensori del rapporto, ha evidenziato come “sebbene sia stata pubblicata una considerevole quantità di ricerca in questo campo, le revisioni sistematiche delle prove hanno dimostrato la scarsa qualità degli studi pubblicati, il che significa che non esiste una base di prove affidabile su cui basare le decisioni cliniche o per permettere ai bambini e alle loro famiglie di fare scelte informate”.

Secondo Cass, la prescrizione dei bloccanti per la pubertà non si fonda su evidenze scientifiche chiare, e mancano studi di follow up sui loro presunti benefici, come sul loro impatto: “La ragione per la soppressione precoce della pubertà rimane poco chiara, con prove deboli riguardo all’impatto sulla disforia di genere, sulla salute mentale o psicosociale. L’effetto sullo sviluppo cognitivo e psicosessuale rimane sconosciuto”.

I bloccanti della pubertà, in termini generici, hanno la funzione di ritardare la maturazione sessuale, sia in soggetti con pubertà precoce che in minori che sperimentano incongruenza o disforia di genere. Nel secondo caso finora sono stati somministrati per fornire “il tempo per riflettere”: una finestra di qualche anno che dovrebbe consentire ai ragazzi più tempo per capire se la scelta della transizione è quella migliore per loro, senza nel frattempo procedere con una pubertà che 1) può esasperare il loro disagio fino ad indurre una sofferenza psicologica intollerabile 2) può modificare i loro corpo in modo da rendere una successiva transizione fisica meno efficace.

Se in questa fase di riflessione non avviene nessun ripensamento nella decisione di procedere con la transizione, il passo successivo è la somministrazione di ormoni femminilizzanti o mascolinizzanti, a seconda del genere di destinazione. Per esempio, un giovane che si identifichi come donna assumerà ormoni femminilizzanti, una ragazza che si identifichi come uomo prenderà ormoni mascolinizzanti, con lo scopo di ridurre l’incongruenza fra corpo biologico e identità di genere.

Ma, sottolinea il rapporto Cass dopo la revisione degli studi disponibili: “L’uso di ormoni mascolinizzanti/femminilizzanti in persone di età inferiore ai 18 anni presenta anch’esso molte incognite, nonostante il loro uso prolungato nella popolazione adulta transgender. La mancanza di dati di follow-up a lungo termine su coloro che iniziano il trattamento in età più giovane significa che abbiamo informazioni insufficienti sulla gamma di risultati per questo gruppo”. Per questo, pur non dando indicazioni politiche, Cass raccomanda cautela negli interventi medici, e indica la necessità di un approccio cauto e individuale.

Questa cautela in assenza di evidenze scientifiche inconfutabili, contenuta già nella versione interim del rapporto Cass, pubblicato nel 2022, ha portato NHS ad una profonda ristrutturazione dell’assistenza, con la chiusura della clinica londinese Tavistock. La clinica era stata al centro di enormi polemiche; secondo il libro inchiesta Time to Think della giornalista Hanna Barnes la sua gestione era diventata profondamente ideologica, visti gli stretti rapporti della dirigenza con organizzazioni per i diritti dei trans come Stonewall e Mermaids: ai giovani venivano somministrati bloccanti e ormoni prima di una attenta e olistica valutazione del loro disagio: i medici che si opponevano a questo approccio lamentando il mancato rispetto di protocolli a protezione dei minori più vulnerabili venivano isolati.

Dopo lo scandalo che ne è emerso, NHS England ha avviato una ristrutturazione dei servizi di supporto ai minori disforici, in forte aumento, con la creazione di servizi decentrati e sulla base dell’approccio olistico raccomandato da Cass. La principale organizzazione per la difesa dei diritti trans dei minori, Mermaids, non ha ancora commentato pubblicamente le nuove norme annunciate dal governo, ma aveva commentato così il bando nel sistema pubblico “Questo annuncio è profondamente deludente e rappresenta un’ulteriore restrizione del supporto offerto ai bambini e ai giovani trans attraverso il NHS, che sta fallendo nel sostegno ai giovani trans”.

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