Da qualunque punto di vista la si guardi, la condanna di Donald Trump nel processo contro la pornostar Stormy Daniels, pagata in nero per comprare il silenzio sulla loro relazione, rappresenta un evento senza precedenti nella storia politica americana. Per la prima volta, una Corte di giustizia condanna un ex presidente. Per la prima volta dal 1920, un condannato, seppur non in via definitiva, sarà candidato alla Casa Bianca. Ma al di là delle eventuali conseguenze sulla campagna elettorale, la decisione del giudice avrà ripercussioni concrete sul tycoon?

IPOTESI PRIGIONE – Sulla carta, il frontman repubblicano alle prossime elezioni rischia di passare un periodo in carcere. La pena per il reato che gli viene contestato negli Stati Uniti va dai 16 mesi ai 4 anni di prigione. Un’ipotesi che, però, appare assai remota per diversi motivi. Innanzitutto, non trattandosi di crimini violenti, è molto probabile che in caso di condanna Trump possa usufruire della libertà vigilata. A rafforzare questa ipotesi ci sono anche l’età anagrafica del tycoon, 77 anni, e la sua fedina penale, fino a oggi pulita: con queste premesse, difficilmente i giudici decideranno di imporre la reclusione.

Nel caso in cui, invece, questa ipotesi dovesse concretizzarsi (la risposta definitiva si avrà l’11 luglio), Trump sarebbe costretto a fare comizi a distanza oppure a dover richiedere l’autorizzazione per ogni spostamento motivato dalla campagna elettorale, sempre accompagnato da un poliziotto dopo l’ok del tribunale competente.

A RISCHIO LA CANDIDATURA? – Non esistono impedimenti, comunque, riguardo a una sua candidatura. La Costituzione degli Stati Uniti non preclude ai condannati di ricoprire cariche pubbliche, inclusa quella di presidente. I legali di Trump hanno già annunciato che ricorreranno in appello, ma in caso di elezione e condanna definitiva nel corso del suo secondo mandato alla Casa Bianca potrebbe venirsi a creare la situazione assurda di un presidente pregiudicato che governa dal carcere o, nella migliore delle ipotesi, dalla sua residenza. Un’ipotesi talmente assurda che potrebbe, più semplicemente, essere evitata dal fatto che il ricorso in appello potrebbe far scattare la sospensione momentanea della pena.

TRUMP PUO’ DARSI LA GRAZIA? – In caso di elezione, viene da chiedersi se Trump sia nella posizione di darsi la grazia da solo e cancellare così ogni eventuale condanna definitiva a suo carico. La risposta è no, o almeno non in questo caso. Avrebbe infatti ampi poter per perdonare persone condannate per crimini federali, ma quella di venerdì è una decisione presa da un tribunale statale sul quale il presidente non ha alcun potere. Solo il governatore dello stato di New York, la democratica Kathy Hochul, potrebbe farlo. Cosa diversa, invece, per gli altri casi nei quali è coinvolto: quello sull’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e quello sulle presunte interferenze sul risultato del voto in Georgia, sempre alle ultime Presidenziali.
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