Crime

“Emanuela Orlandi? Nessuna trama internazionale, la pista per me è molto più terrena e più grave”: il cugino parla alla Commissione di inchiesta

Nelle scorse ore, Pietro Meneguzzi, cugino di Emanuela Orlandi, è stato ascoltato dalla commissione parlamentare di inchiesta che indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

di Alessandra De Vita

“Emanuela quel giorno andò via con qualcuno di cui si fidava moltissimo. Non avrebbe mai seguito uno sconosciuto“: a dirlo è Pietro Meneguzzi, cugino di Emanuela Orlandi, davanti alla commissione parlamentare di inchiesta che indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. “L’ipotesi che si sia allontanata volontariamente? È del tutto irrealistica“, precisa – come riportato dall’Agi – il cugino della cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983.

Meneguzzi, sin dalle prime ore dopo il mancato rientro di Emanuela, iniziò le ricerche in moto con il cugino Pietro Orlandi che da quella sera non ha mai smesso di cercare sua sorella. Insieme setacciarono tutta Roma fino al litorale di Ostia, temendo di ritrovare il suo corpo senza vita in qualche angolo della Capitale. Non immaginavano allora che sarebbero trascorsi 41 anni senza che solo una traccia di Emanuela potesse riemergere dal buco nero di misteri in cui è stata inghiottita mentre rientrava, quel giorno, dalla scuola di musica in pieno centro a Roma. Meneguzzi ha anche detto la sua sul presunto coinvolgimento dei Servizi Segreti nella scomparsa della cittadina vaticana allora 15enne.

“Si presentarono in Vaticano Giulio Gangi (agente del Sisde scomparso nel 2022, nda) e due suoi colleghi. Gangi lo conoscevo per via del mio lavoro alla Camera, e lui mi aveva sentito parlare della scomparsa di Emanuela, ma non è vero, come pure è stato detto più volte, che conoscesse già da prima mia sorella Monica, che tra l’altro allora aveva solo 15 anni, molti meno di lui. Secondo me si è confuso, l’ho ribadito anche in procura di recente”, ha detto Meneguzzi chiarendo un dettaglio fondamentale di questa storia emerso in passato. Più volte, tale Gangi è stato citato in merito alle indagini per via di presunte frequentazioni con la cugina di Emanuela. Frequentazioni che oggi, per la prima volta, vengono smentite davanti alla Commissione parlamentare dal fratello di Monica.

Di voci infondate del resto, questa tragica e impenetrabile storia è costellata e ciò ha sempre contribuito ad alimentare i dubbi. Molti di questi hanno anche coinvolto la famiglia, di recente accusata di un coinvolgimento. A farne le spese è stato proprio il compianto padre di Pietro, Mario Meneguzzi, tirato in ballo un anno fa in un servizio del Tg de La7 in cui si parlava di un carteggio segreto tra l’allora segretario di Stato del Vaticano Agostino Casaroli e il sacerdote a cui Natalina Orlandi, la sorella maggiore di Emanuela, aveva rivelato di aver ricevuto, nel 1978, delle avances verbali dallo zio Mario, marito della sorella di Ercole Orlandi. Su quella pista, si indagò già all’epoca senza arrivare a nessun riscontro.

A smentire questo presunto coinvolgimento dello zio, un anno fa, è stato proprio un inquirente, un poliziotto che all’epoca aveva preso parte alle indagini e che ha dichiarato in un’intervista al Corriere che Meneguzzi fu pedinato invano, e che la pista familiare tramontò presto perché l’uomo si rivelò al di sopra di ogni sospetto. Il ruolo di “zio Mario” fu importante, nei mesi a ridosso del rapimento di Emanuela, ma solo perché era il portavoce della famiglia. Fu lui a prendere le telefonate e a trattare con i presunti rapitori al posto del padre Ercole, troppo provato per farlo.

“Io da anni ho una mia idea – ha detto Meneguzzi – che dietro la scomparsa di Emanuela non ci sia una trama internazionale, che non sia il caso di volare troppo alto: la pista per me è molto più terrena e più grave. Perché gli Orlandi escludono l’ipotesi del ‘predatore’, dell’adescamento a fini sessuali? Non lo so. So però che se c’è qualcosa da scoprire, voi potete farlo – ha detto rivolto ai componenti della commissione – e vi ringrazio per questo”. La sorella di Pietro, Monica Meneguzzi ha chiesto che la sua audizione fosse secretata.

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