Ambiente & Veleni

Friuli Venezia Giulia, dopo anni di battaglie quasi certa la predisposizione di una discarica di rifiuti speciali vicino a Cividale

La discarica di rifiuti speciali non pericolosi in progetto nel territorio nella località Cividale del Friuli , non lontano dal confine con Murà di Premariacco, in provincia di Udine, verrà realizzata. Dopo il recente pronunciamento del Tar di Trieste che ha respinto il ricorso dei due Comuni. Il sito prescelto quello di una ex cava che occupa una superficie di 38.900 metri quadrati, con una volumetria di coltivazione di 305.000 metri cubi. A 600 metri dal fiume Natisone e a 350 metri dal Sito di Interesse Comunitario (SIC) Magredi di Firmano. A breve distanza dall’area delle ex discariche Aspica e Cecutti, in località Firmano, nelle quali a partire dal 1999 l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale (Arpa) Fvg riscontra alterazioni delle acque di falda. Come ricordato dall’Ispra in uno studio del 2018, nel quale si utilizzano dati forniti da Arpa Fvg, sulla presenza di composti chimici dannosi per la salute (Pfas) riscontrati “nei corpi idrici superficiali e sotterranei”

. Come continuano ad evidenziare, nonostante una lieve decrescita, i monitoraggi semestrali realizzati annualmente da Arpa Fvg. Al punto che un’indagine pubblicata a marzo su Le Monde indica il sito di Premariacco come il più inquinato della Regione. Per questo motivo il Ministero della Transizione Ecologica ne inserisce la bonifica e il ripristino ambientale in una serie di interventi nazionali e stanzia a dicembre 2020 oltre 3,5 milioni di euro. Stabilendo nel cronoprogramma che i lavori vengano realizzati tra il 2022 e il 2024, suddivisi in tre lotti, dei quali il primo riguardante la copertura delle discariche con strati di materiali impermeabili, come indicato nella Conferenza dei servizi convocata dalla Regione, a cura del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana. “I lavori partiranno quando sarà terminata la progettazione che abbiamo commissionato, tramite il consorzio, ad uno studio di Trieste”, spiega a Ilfattoquotidiano.it Monika Drescig, assessore all’ambiente del Comune di Premariacco.

Sono in molti a non volere la nuova discarica. I cittadini dei territori coinvolti, il Comitato per la salvaguardia del territorio di Premariacco e Cividale del Friuli e l’Osservatorio Civico contro le illegalità del FVG, spaventati non solo dagli odori sgradevoli che potrebbero registrarsi, ma anche dal possibile aggravarsi dell’inquinamento (della falda). E poi le amministrazioni comunali di Cividale e Premariacco, secondo cui la Regione non avrebbe considerato due elementi di primaria importanza. Che, in base al Piano regolatore generale comunale (Prgc) di Cividale, il sito di Murà è inserito in “ambiti di interesse agricolo” nei quali le Norme tecniche di attuazione dispongono il divieto di aprire nuove cave o discariche.

Inoltre, che sia stato travisato il documento “Firmano pulita 2000”, approvato dalla Giunta regionale a dicembre 1999, il quale al punto 1 prescrive il DIVIETO di realizzare o di ampliamento di cave e discariche”. Anzi obbliga il suo ripristino ambientale. In quanto alla Regione, prima nega e poi concede le necessarie autorizzazioni. Il Tribunale amministrativo di Trieste è chiamato a sentenziare sulla questione nel 2022 e più recentemente ad aprile 2024. “Gli amministratori “pro tempore” della Regione (assessori e consiglieri), votano norme e danno indirizzi politici, ma non possono in alcun modo intervenire negli iter amministrativi in capo alle Direzioni competenti cui spetta la responsabilità di applicare le norme vigenti, valutando in tale contesto i progetti che vengono presentati”, spiega a Ilfattoquotidiano.it, Fabio Scoccimarro, assessore regionale alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, “Quindi non si tratta di essere favorevoli o contrari in linea di principio alla realizzazione di una discarica, ma di valutare se il progetto rispetta quanto previsto dalla norma”.

In ogni caso è una storia lunga quella dell’ex cava di Murà, abbandonata dal 1999. Già nel 2004 se ne profila il riutilizzo come impianto di discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Ma il progetto della società Eco Gest srl non ottiene le autorizzazioni necessarie alla sua realizzazione. Così nel 2016 ci prova la Gesteco spa che stipula un accordo con la Inerti di Cividale srl, proprietaria dell’area. “La ex cava Murà costituisce una modalità di recupero ambientale sicura, tecnicamente all’avanguardia ed economicamente sostenibile di un’area che ad oggi risulta in stato di abbandono”, si legge nella sintesi non tecnica di giugno 2020.

Il progetto inizia ad essere valutato. A maggio 2021 il Servizio Disciplina Gestione Rifiuti e siti inquinati della Direzione Centrale dell’Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile, nega l’autorizzazione. Dal momento che “l’area ricade all’interno del perimetro del programma “Firmano Pulita 2000″. Ma a marzo 2022 il Tar al quale si erano appellati sia la Gesteco che la Inerti, annulla il provvedimento della Regione. Che ci ripensa. Attraverso la Direzione Centrale Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile-Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinanti che a luglio 2023 rilascia prima l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e poi il Provvedimento autorizzativo unico regionale (PAUR). Dopo aver espresso un mese prima parere positivo relativamente alla Valutazione di impatto ambientale (Via). E alla Vinca.

A questo punto i comuni di Cividale e Premariacco ricorrono al Tar che ad aprile 2024 sentenzia che “il ricorso è infondato e va respinto”. Dopo aver rilevato che il Programma Firmano Pulita 2000 “deve ritenersi sostanzialmente superato” dal momento che a marzo 2018 la Regione “ha adottato i criteri localizzativi regionali degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti (Clir)”. Dopo aver evidenziato che il contratto di fiume del Natisone, che mira a tutelare il fiume e l’ambiente circostante, oltre a promuovere le bellezze del territorio, “non era nemmeno stato sottoscritto al tempo dell’istruttoria relativa al procedimento oggetto di giudizio”. Ritenendo che il “progetto tale da non interferire rispetto al Sic “Magredi di Firmano””. Dopo aver sottolineato che “L’assenza di significative emissioni odorigene alla fonte porta, infatti, di per sé ad escludere che le stesse possano avere un qualche apprezzabile impatto sul territorio limitrofo”. A questo punto la discarica è servita. Quasi certamente.