Il 1° giugno sarò in piazza a Roma alle 14:30 a Piazza Vittorio contro il governo Meloni. Perché malgrado il principale partito di governo si chiami “Fratelli d’Italia” ha a cuore solo gli interessi di una minoranza di “fratelli” (le sorelle lasciamole stare, per l’esecutivo non esistono se non quando madri). Guarda caso quella danarosa e potente.
C’è il “fratello” Messina, amministratore di Intesa Sanpaolo che nel 2023 ha accumulato utili record, 7,7 miliardi, grazie alla politica sui tassi della Bce. Meloni aveva promesso una tassa sugli extraprofitti bancari. Peccato sia poi arrivata una precipitosa fuga (vero marchio di fabbrica dei padri politici di Giorgia) e il nulla di fatto. La norma c’è, solo che ha permesso di incassare la cifra record di zero euro.
Uno dei “fratelli” più soddisfatti è Salini, a capo del colosso delle costruzioni WeBuild, cui stiamo per regalare miliardi per il Ponte sullo Stretto. Soldi che sarebbero potuti servire per trasporto pubblico urbano, per la lotta contro il dissesto idrogeologico, per affrontare la siccità che affligge il Sud.
Invece no. Perché i “fratelli” che stanno a cuore a Meloni & Co. sono i costruttori, che magari contraccambiano finanziando l’ultradestra. Come accade per Ricciardello, presidente di Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Messina e proprietario di un’impresa che ha versato 30mila a mo’ di erogazione liberale nelle casse della Lega, il più grande sponsor del Ponte sullo Stretto.
Grandi regali anche per il “fratello” Bonomi prima e il “fratello” Orsini ora. I due si sono succeduti alla guida di quella Confindustria le cui imprese possono godere di miliardi di euro in incentivi, crediti, bonus. Insomma, di quel Sussidistan per imprese in cui la classe dominante ha trasformato l’Italia.
La maggioranza dei fratelli e delle sorelle d’Italia, i lavoratori e le lavoratrici, invece, rimane a mani vuote. Non solo per l’eliminazione del reddito di cittadinanza che contribuisce al record di povertà (5,8 milioni di poveri) raggiunto sotto il governo Meloni, ma anche per il rifiuto dell’introduzione di un salario minimo orario, che migliorerebbe le condizioni di vita di milioni di lavoratori.
Non possono lamentarsi i “fratelli” imprenditori balneari, che hanno dalla loro un governo indaffarato a lasciar la situazione com’è al momento: spiagge pubbliche regalate a privati (le concessioni costano un’inezia) che ricambiano sfruttando fino all’osso i dipendenti, spesso costretti a lavorare mesi interi senza giorno di riposo, senza diritto alla malattia, con contratti falsi e paghe da fame.
Uno dei “fratelli” che non può lamentarsi è Angelucci, deputato leghista e soprattutto ras delle cliniche private e dell’editoria in orbita ultradestra. Il Governo Meloni e i suoi epigoni regionali proseguono nell’opera di smantellamento della sanità pubblica, che, mentre costringe sempre più fratelli e sorelle a rinunciare alle cure, ad aspettare infinite liste d’attesa o all’emigrazione sanitaria (gli unici che entrano senza problemi negli ospedali sembrano ormai gli antiabortisti), fa felici i “fratelli” che dalla sanità privata ricavano enormi profitti. Angelucci in primis.
Ma il “fratello” Angelucci può ringraziare il Governo anche per l’acquisizione – ormai data per imminente – della seconda agenzia di stampa italiana, Agi, grazie al nulla osta dell’azionista di riferimento di Eni (altro “fratello” contento delle politiche per il fossile del governo dell’ultradestra), attuale proprietario, cioè il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il leghista Giorgetti.
Ci sono poi i “fratelli in armi” di Leonardo e delle altre aziende belliche del Belpaese. Leonardo nel primo trimestre 2024 ha registrato utili pari a 459 milioni di euro, in netta crescita rispetto ai 40 milioni contabilizzati nello stesso periodo 2023. Sorride il “fratello” Fiocchi, dell’omonima famiglia, proprietaria della Fiocchi Munizioni. Lui che, a dicembre 2023, si faceva ritrarre sorridente davanti a un albero di Natale addobbato con le cartucce della propria azienda, è europarlamentare di FdI e ancora candidato alle elezioni europee. Quando si dice l’importanza della famiglia…
Le armi di Fiocchi e Leonardo sono anche quelle che l’Italia continua a fornire a Israele, malgrado le smentite di Crosetto. Armi che fanno sorridere i “fratelli” del Governo Meloni, il criminale di guerra Netanyahu, il presidente Biden – sicuramente soddisfatto di un’Italia vassalla – mentre a Gaza spargono morte e distruzione. Il sorriso di Fiocchi, Leonardo, Tel Aviv e Washington lo pagano in primis i palestinesi.
All’insediamento del Governo Meloni molti si chiedevano se avrebbe fatto il bene dell’Italia. Di quale Italia? Quella di pochi “fratelli” che spacciano il proprio per interesse generale. Serve costruire un progetto per l’altra parte d’Italia, quella della maggioranza. Il 1° giugno si troveranno di fronte, in due piazze a Roma, il pezzo già consolidato dell’ultradestra e quello tutto da costruire del popolo organizzato. A ciascuno la sua scelta.