Sospesa e poi licenziata per avere pubblicato sul quotidiano online che dirige poche righe – a firma della redazione – per spiegare ai lettori che nell’ambito delle inchieste che hanno portato all’arresto del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, “è coinvolto” anche il “direttore editoriale” della stessa testata. I protagonisti di questa vicenda sono Cristina Sivieri Tagliabue – dal settembre 2021 alla guida de La Svolta, testata che si occupa di diritti, ambiente e sostenibilità – e l’imprenditore campano Pietro Colucci, che gestisce una galassia di imprese che si occupano di rifiuti e che è anche il direttore editoriale della testata.
Colucci è indagato per corruzione in relazione ad alcuni finanziamenti ai comitati di Toti. Nella breve nota pubblicata sul sito si informavano i lettori del coinvolgimento nell’inchiesta di Genova del direttore editoriale, aggiungendo che “il team de La Svolta appresa la notizia si augura che ogni fatto venga chiarito e nel frattempo prosegue il proprio impegno a raccontare i fatti di ambiente, diritti e innovazione”. Una mossa che, però, non è stata gradita tanto che la direttrice è stata licenziata e l’attività della stessa testata è stata sospesa. In un comunicato della società editrice, pubblicato nell’homepage de La Svolta, si legge che “il giornale sta vivendo un momento critico che ci costringe a limitare, finanche a sospendere, le pubblicazioni dei nostri usuali contributi informativi sul tema dei diritti, dell’innovazione e dell’ambiente”. “Non abbiamo voluto fare un giornale basato sul gossip e sul sensazionalismo, né accarezzare interessi economici di parte, e tali scelte non ci hanno ancora portato a trovare un sufficiente equilibrio finanziario dell’iniziativa”, si legge ancora.
Sulla vicenda sono intervenuti le Cpo di Fnsi, Ordine dei giornalisti e Usigrai e l’associazione GiULiA Giornaliste che, in una nota congiunta esprimono “piena solidarietà alla collega Sivieri Tagliabue, per un provvedimento disciplinare inaccettabile, nei confronti di una giornalista e direttrice che ha fatto il suo dovere: informare i lettori su una situazione peraltro già pubblica da giorni”. Nella nota viene anche sottolineato come “questa vicenda ha permesso anche di far emergere il gravissimo vuoto contrattuale nella testata, dove non esistono rapporti di lavoro dipendente, a parte quello della direttrice licenziata e quindi la totale assenza di una copertura sindacale“.