Mondo

Serve uno sciopero generale contro la guerra in Ucraina e per fermare la follia

Con ogni evidenza gran parte dei governanti occidentali ha deciso di attuare una escalation nella guerra con la Russia. In primo luogo l’orientamento espresso da vari paesi di inviare ufficialmente truppe di terra a combattere in Ucraina. In secondo luogo la decisione di permettere all’esercito ucraino di utilizzare le armi fornite dall’occidente per colpire obiettivi militari siti nel suolo russo.

Entrambi questi indirizzi rappresentano una assoluta novità: per oltre due anni tutti i paesi della Nato avevano escluso nel modo più netto queste evenienze.

Si tratta di ipotesi folli. Da un lato perché rappresentano a tutti gli effetti un ulteriore passo per l’entrata in guerra dei paesi Nato contro la Russia. In secondo luogo perché queste decisioni sono destinate a non restare senza conseguenze: la Russia ne prenderà atto e risponderà.

Si tratta di una follia criminale senza senso, perché è evidente che i paesi occidentali, a partire dagli Usa, dopo aver posto le basi per il conflitto con l’allargamento della Nato ad est, aver sostenuto il golpe di Piazza Maidan, aver violato gli accordi di Minsk firmati con la Russia e dopo aver impedito al governo ucraino di accordarsi con la Russia per impedire il conflitto prima e per fermarlo dopo, adesso che l’Ucraina sta palesemente perdendo la guerra, invece di chiuderla attraverso il negoziato, la vogliono allargare.

Si badi che quella che stanno preparando non è la terza guerra mondiale, ma la terza distruzione dell’Europa in poco più di un secolo. E’ infatti del tutto evidente che gli Stati Uniti, dopo aver acceso l’incendio, adesso stanno in seconda fila cercando di lasciare nelle mani europee il cerino, più grande possibile:

– Sul piano militare gli Usa dicono che non manderanno soldati e cercano di scaricare i costi della guerra con la Russia sulle spalle dei paesi europei.
– Sul piano economico e finanziario, dopo aver distrutto le relazioni tra Europa e Russia, adesso gli Usa stanno spingendo gli europei ad appropriarsi delle riserve valutarie russe depositate in Europa. Si tratta di una totale violazione delle norme internazionali e di un atto che non potrà che portare a ritorsioni russe, sia in termini di nazionalizzazioni di aziende europee con attività in Russia che su altri terreni.

Mentre nella prima fase gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo di punta nel provocare e poi nell’alimentare la guerra, adesso si ritagliano un ruolo da comprimari. La stessa decisione di dare il via libera all’uso di armi statunitensi sul suolo russo arriva dopo settimane di pressing del segretario generale della Nato e di alcuni paesi europei. Putin ha colto benissimo questa dialettica e sarà quindi l’Europa – a partire dalle basi militari – ad essere oggetto delle ritorsioni russe.

Le classi dominanti europee nella loro enorme demenza, dopo aver immolato gli interessi economici dell’Europa sull’altare della guerra, dopo aver portato il caudillo ucraino a sacrificare il proprio popolo e il proprio paese per nulla, stanno adesso mettendo i popoli europei nella condizione di essere oggetto di una guerra devastante. Una guerra europea, non una guerra mondiale. Una guerra europea in cui le dottrine militari prevedono l’utilizzo delle armi nucleari “tattiche”. Sapete cosa vuol dire? Stiamo parlando di armi la cui potenza distruttiva è mediamente 10 volte quella della bomba di Hiroshima. Auguri!

Non si può attendere una catastrofe devastante solo per la demenza irresponsabile di una elite di invasati. Bisogna fermarli. Bisogna dare un segnale: serve uno sciopero generale contro la guerra che blocchi il paese e sia una indicazione per tutti i popoli europei. Uno sciopero generale di tutti e tutte: studenti, lavoratori salariati, artigiani, commercianti, pensionati, tutti.

La stragrande maggioranza dei popoli non vuole la guerra e in Italia pare esserci un po’ di buon senso in più che in altre nazioni: diamo un segnale a partire dal nostro paese e costruiamo lo sciopero generale contro la guerra. Che sia un esempio per tutti i popoli europei, per far sentire la propria voce e dire basta. Prima che sia troppo tardi. Chi è d’accordo batta una colpo!